Alla luce del messaggio del Vangelo, delle Beatitudini, i cristiani guardano ”alla morte non come qualcosa che spezza e dissolve la vita, ma come qualcosa che la compie e le dona il suo significato definitivo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, nell’omelia pronunciata al cimitero di Trespiano dove ha celebrato il rito dei defunti il 1 novembre 2011, ribadendo che la Chiesa, ”per questo motivo, rifiuta i riti vuoti, come le zucche, di chi ritiene di dover trasferire tra noi una festa fatta di orrore e di paure, quella di Halloween”.
I cuori dei cristiani, ha detto parlando a braccio davanti ai fedeli presenti nel cimitero fiorentino, ”sono invece ricolmi dell’amore di Dio che ci fa suoi figli e non ci tradisce mai. I nostri compagni di viaggio non sono gli spettri della morte, ma i santi che ci indicano la strada della vita”. Ed ecco che per i cristiani, secondo Betori, ”il passare tra le tombe del cimitero non è segnato dalla paura o dalla tristezza – ha concluso -, ma dalla fede che i nostri cari ora partecipano alla visione stessa di Dio, per quanto hanno saputo camminare con il suo Figlio sulla strada delle Beatitudini”.