Il Cimitero Monumentale di Milano e' poliedrico e solenne.
L'intento celebrativo di questimponente opera e' chiaro gia' dal nome
Composto di svariati edifici, ben ritmati nel loro sviluppo, e' la massima espressione di quel gusto eclettico ed articolato che simpose nel tardo Ottocento italiano.
In questo luogo benedetto, idealmente, si conserva la piu' alta interpretazione meneghina del vivere civile, costituita da ricordi composti e misurati affetti borghesi.
Il Cimitero Monumentale venne inaugurato ufficialmente il primo gennaio del 1867 con lo scopo di sostituire e razionalizzare i vecchi e malsani cimiteri rionali milanesi.
Con le sue sepolture perpetue, daltissimo valore artistico e morale divenne il sacro recinto dove conservare le spoglie dellemergente ceto medio imprenditoriale.
Oggi, nei suoi 200mila metri quadrati, ospita vestigia sepolcrali, cappelle, e statue che rappresentano modelli sublimi darchitettura commemorativa e scultura di fine Ottocento.
La necropoli del capoluogo lombardo accoglie il visitatore lasciando intravedere dallalto muro di cinta limmensa distesa di lastre e cippi sepolcrali, con i volumi ben delineati dalla solida geometria delle gallerie.
Cintroducono in questa dimensione irreale della memoria intere schiere di statue, che rivolte verso l'esterno sembrano pararsi incontro al visitatore sovvertendo lordine prospettico delle masse.
Aggraziate figure femminili avvolte in lunghe vesti dai morbidi panneggi, volti severi scolpiti nelleternita' della pietra, graziosi angeli che spensierati ed irriverenti volteggiano lievi su pesanti vestigia di marmo sono i veri protagonisti di questa citta' di fantasmi e ci fissano attoniti con il loro sguardo vitreo, quasi noi vivi fossimo dei pericolosi intrusi in questo regno immateriale di sentimenti ed affetti languidi, testimonianze malinconiche di un tempo che non ritorna.
Progettato dal brillante architetto Carlo Maciachini, secondo i canoni del trecento toscano, con forti contaminazioni di stile bizantino e pseudoromanico, fu completato in appena due anni, grazie ad una filosofia costruttiva che privilegiava il sistematico ripetersi di moduli costruttivi semplici e ben delineati.
Il nucleo di questimmensa area sepolcrale e' rappresentato dal Famedio (dal latino fames ades, casa della fama), il tempio della memoria laica.
Il Famedio, in origine concepito come basilica cimiteriale, subi' diverse evoluzioni sino a trasformarsi nel sacrario che avrebbe accolto le se dei piu' illustri esponenti della societa' ambrosiana.
Concluso nel 1887, esibisce una solida architettura a pianta centrale, ossia con quattro navate deguali dimensioni che, a modo di croce greca, sintersecano formando un angolo retto.
Larmoniosa struttura e' sormontata una stupenda cupola ottagonale.
Questimponente copertura, con il suo vertiginoso effetto prospettico di sfondamento verso lalto dei soffitti, produce nei visitatori unintensa sensazione destatico rapimento verso le regioni celesti.
Allinterno, lo spazio ampio e solenne testimonia unaccorta ripartizione dei volumi. Le campate sono rischiarate dalla generosa illuminazione naturale che le grandi finestre circolari, poste sulla sommita' dei frontoni, garantiscono.
Eleganti rosoni, infatti, si aprono, allaltezza del timpano, sulle pareti superiori che chiudono i bracci della croce.
Una luce immateriale, debolmente filtrata dalle vetrate, irrompe con prepotenza nelle navate e dissipa la malinconica penombra che avvolge le arche ed i sacelli benedetti.
Questa celestiale atmosfera di diffusa luminosita' contribuisce a creare un ambiente etereo, quasi trascendente che pare dilatarsi oltre gli stessi esili confini murari.
Lidea di un intenso lucore che pervade intimamente le diafane masse e' trasmessa anche dai vari ordini di trifore e quadrifore, collocate su diversi livelli, e dalle enormi porte realizzate in ferro battuto su cui sinnestano pregiati pannelli di vetro finemente lavorati.