Al momento in cui scriviamo queste note sono saliti a 8 i morti per il maltempo in Emilia Romagna: 6 in provincia di Forlì-Cesena, un uomo nel Ravennate e uno del Bolognese, mentre risultano ancora alcune persone disperse e sono migliaia gli evacuati, un dato in aumento costante.
Sono 21 i fiumi esondati anche in più punti e 22 i corsi d’acqua che hanno superato il livello 3, massimo allarme.
Aumentano a 35 i Comuni con allagamenti tra la Romagna e il Bolognese e a 48 quelli con frane, anche importanti, tra Reggio Emilia e Rimini.
Colonne mobili della Protezione Civile, Vigili del Fuoco, gruppi di volontari, sono già al lavoro nelle zone alluvionate.
Altri stanno arrivando. Viene data la precedenza a mettere in sicurezza le popolazioni interessate, ma poi è necessario affrontare la questione della operatività di servizi essenziali, come anche quelli funerari.
Difatti, nelle zone alluvionate con importanti esondazioni di corsi d’acqua, si stanno registrando problemi pure per il servizio funebre, cimiteriale e di cremazione.
Per informazioni su cosa fare prima, durante e dopo le allerte meteo è possibile consultare la sezione “Informati e preparati” del portale Allerta meteo Emilia-Romagna: http://bit.ly/allerte-meteo-cosa-fare.
Cimiteri
Molti cimiteri risultano allagati e conseguentemente con impossibilità di provvedere ai seppellimenti e sono ovviamente stati chiusi al pubblico.
Nel breve termine senz’altro sono ferme per alcuni giorni le inumazioni (oltre ad ogni operazione cimiteriale di esumazione ed estumulazione).
Una volta defluite le acque dai cimiteri, lavati i vialetti e le zone prospicienti i loculi dal fango, sempre che le attrezzature (montaferetri) siano ancora utilizzabili, si potrà ricominciare ad effettuare tumulazioni in loculi di file generalmente dalla seconda in su.
Più difficoltosa sarà l’operatività in tutte le tombe a sistema di tumulazione ipogea, dove l’acqua dovrà essere tolta per mezzo di pompe.
La frequentazione dei cimiteri dovrà essere sospesa per alcuni giorni fino a che non sia possibile ripristinare collegamenti viari e i vialetti interni puliti dal fango, per evitare cadute da parte dei visitatori.
Sono inoltre da verificare, in collina e montagna, le zone cimiteriali a rischio di movimenti franosi.
Nel medio e lungo termine occorre inoltre pensare ad una imponente opera di pulizia delle statue e degli ornamenti tombali dei cimiteri allagati. Vi sono importanti danni a beni culturali contenuti nei cimiteri, di cui occorre tener conto.
Crematori
Una volta effettuata la verifica della operatività degli impianti di cremazione nelle zone allagate (sia causa interruzione di corrente elettrica, sia per livello raggiunto dalle acque) si potrà meglio comprendere come affrontare la situazione di ricettività, dirottando – ove necessario – cremazioni in impianti vicini.
Potrà essere utile sospendere temporaneamente negli impianti viciniori alle zone allagate la cremazione di resti mortali per dare la priorità alla cremazione di feretri a seguito di funerale.
Attività funebre e necroscopica
Si ha già notizia che in diverse zone allagate sono stati sospesi i funerali per alcuni giorni, data l’impraticabilità delle strade e anche dei luoghi di culto.
È quindi importante prevedere nei servizi mortuari degli ospedali e delle strutture sanitarie, negli obitori e depositi di osservazione, un alto afflusso di feretri in attesa di trasporto funebre per la successiva sepoltura o cremazione. E attrezzarsi conseguentemente
Le difficoltà date dall’aumento della numerosità di feretri in attesa di sepoltura e cremazione potranno essere alleviate facendo riferimento alle case funerarie delle stesse zone o di quelle viciniori, dove depositare i feretri in attesa del miglioramento delle condizioni atmosferiche e della ripresa dei serizi funebri e della piena operatività di cimiteri e crematori.