Dopo la pausa estiva: relazione in CC a Napoli sulla situazione cimiteriale

Riprendiamo la nota del Vicepresidente del Consiglio comunale di Napoli, che tratta anche della discussione in Consiglio Comunale della relazione della commisisone d’indagine sui cimiteri napoletani.

“La prossima settimana riprende l’attività politica amministrativa dei consiglieri comunali. Infatti dal 26 agosto tornano al lavoro tutte le Commissioni consiliari”. Ad annunciarlo è il Vice Presidente del Consiglio comunale di Napoli, Vincenzo MORETTO del Popolo delle Libertà. “A partire dal 6 settembre” – ha aggiunto – “il Presidente del Consiglio può indire, sentiti i capigruppo consiliari, l’attività del Consiglio. Al momento, sono tre i punti dai quali partire e che non sono più procrastinabili nel tempo. al primo posto c’è la costituzione della Fondazione del Forum delle Culture che si terrà a Napoli nel 2013. Siamo già in notevole ritardo e, se non vogliamo fare la stessa fine dell’America’s Cup, bisogna muoversi speditamente. C’è poi la questione relativa allo Stadio San Paolo e, non ultima, la questione relativa alla relazione della Commissione d’indagine sui cimiteri proposta dal Consiglio comunale. La relazione avrebbe dovuto essere portata a conoscenza del Consiglio, ma è trascorso un anno da quando la Commissione ha terminato i suoi lavori ed il Consiglio non è mai stato riunito. È fuori dubbio che al momento vi sia un’emergenza legata ai cimiteri partenopei che, già da ora, non riescono più a ricevere la salme. Un paese civile non può vivere in queste condizioni. Purtroppo” – ha proseguito Moretto – “l’Amministrazione comunale di Napoli ha esautorato l’allora assessore ai Cimiteri Caputi che era riuscito a trovare la possibilità di costruire 40.000 nuovi loculi nel giro di soli due anni. Anche la Madaro stava lavorando bene, ma, evidentemente, gli assessori che lavorano bene debbono essere mandati a casa. Ed è quanto è accaduto a Caputi ed alla Madaro. Quest’amministrazione di centrosinistra è totalmente inaffidabile e incapace di risolvere i problemi cha attanagliano la città. C’è bisogno di costruire al più presto l’inceneritore per la cremazione dei corpi ma c’è sempre qualcosa che non va. Bisogna che educhiamo i napoletani alla cultura della cremazione ma dobbiamo metterli in condizione di non ricorrere agli inceneritori di altre città. Per favorire la nascita della cultura della cremazione” – conclude Moretto – “il vicesindaco e delegato del settore potrebbe proporre, a chi vuole cremare il proprio caro, il pagamento totale dell’operazione. Anche questa sarebbe una soluzione, ma dal Palazzo non vengono fuori proposte o iniziative. San Giacomo sembra il “cimitero degli elefanti”.

Fonte: www.officinavolturno.com

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  1. Dal sito http://www.napolionline.org

    Dal primo gennaio 2008, con apposita ordinanza firmata dal sindaco Iervolino, i tempi di inumazione nei cimiteri cittadini sono stati alzati a cinque anni. Prima ne occorrevano tre per le sepolture all’aperto e soli 20 mesi per quelle al coperto. Questo significa che un “fosso” al coperto, quelli più richiesti, oggi viene occupato per un tempo tre volte superiore. Per essere più espliciti: se un “fosso” nell’arco di cinque anni prima riusciva ad ospitare tre defunti, oggi ne ospita uno solo. Già questo da solo potrebbe spiegare come sia possibile aver raggiunto l’emergenza dovuta alla carenza di fosse da interro. L’aggravante è rappresentata dal fatto che già prima dell’entrata in vigore di questa ordinanza i cimiteri cittadini soffrivano per la carenza di spazi dove effettuare gli interri. Era da poco diventato Bassolino Sindaco, correva anno 1994: fu lui ad inventarsi i tempi di inumazione ridotti per far fronte alla carenza delle fosse da interro. Un provvedimento straordinario in deroga alla normativa nazionale che prevedeva invece almeno dieci anni di tempo per garantire la completa mineralizzazione delle salme. Il provvedimento avrebbe dovuto avere carattere temporaneo, giusto il tempo necessario alla realizzazione di nuove fosse e soprattutto dell’impianto di cremazione. Quello che è accaduto è storia nota, la solita storia: di proroga in proroga il provvedimento è stato rinnovato fino alla ordinanza della Iervolino. Ma nel frattempo l’impianto di cremazione è ancora uno scheletro di cemento e delle migliaia di fosse che dovevano essere realizzate ne sono state fatte sì e no qualche centinaio, già abbondantemente saturate.
    Sia chiara però una cosa: la decisione di portare a cinque anni i tempi di interro, adeguando Napoli alla normativa regionale – che aveva preso il posto di quella ancora più rigida nazionale-, è l’unica scelta condivisibile presa dalla Iervolino. Una scelta di civiltà: era frequente, dopo soli venti mesi di sepoltura, l’eventualità in cui “il morto usciva fresco” e si doveva ricorrere o ad un nuovo interro o alla macabra pulitura dello scheletro dagli ultimi brandelli di carne putrefatta ancora attaccati. Usanze barbare.
    Non é quindi in discussone quell’ordinanza che porta a cinque anni i tempi di interro. Nessuno si sogni di modifcarla per far fronte all’emergenza.
    Il problema è l’incapacità dell’Amministrazione Iervolino di completare l’impianto di cremazione. E di realizzare quegli ampliamenti indispensabili di nuovi campi di inumazione e nuovi loculi.
    Non può essere una soluzione neanche l’anacronistica ultima trovata di inizio agosto di procedere con esumazioni d’ufficio allo scadere dei cinque anni con conseguente collocazione in ossario comune, perché mancano anche i loculi dove sistemare i resti mortali e quindi i familiari dei defunti non saprebbero dove sistemarsi i propri cari se non rivolgendosi ai privati con costi proibitivi: nicchie cedute dai sei ai ventimila euro, anche con atti sottoscritti ai limiti della legalità non essendo compravendite ma semplici procure. Nel Medioevo i ricchi nobili si permettevano sepolture dignitose e la gente comune finiva nell’ossario… La storia si ripete.
    L’unica soluzione immediata è la realizzazione di nuovi fosse da interro, procedendo subito con gli espropri delle aree già individuate dal Piano Regolatore a ridosso dei cimiteri. Una spesa irrisoria. E se finora non si è fatto è perché sono prevalse scelte burocratiche a dir poco discutibili. Il sindaco ha finalmente nominato un nuovo dirigente. Già questa potrebbe essere una novità positiva. Magari potrebbe anche riarticolare le deleghe tra i suoi assessori, attribuendo i cimiteri a qualcuno che abbia la giusta esperienza, come il professor Giacomelli, attuale assessore all’Asia, che a Roma guidava la società comunale che si occupa non solo di rifiuti ma anche di cimiteri. Attualmente la delega è assegnata al vice-sindaco, una scelta che doveva essere provvisoria, dovuta alle improvvise dimissioni di Giorgio Nugnes. La speranza del sindaco era quella di poter riassegnare le deleghe a Nugnes una volta risolti i problemi legati all’inchiesta su Pianura. Poi la drammatica e dolorosa fine di Nugnes ha impedito il suo ritorno in Giunta. Ed il vicesindaco è ancora assessore ai cimiteri. Come al solito, ciò che nasce provvisorio diventa perenne…
    Da tempo si parla dell’ipotesi di una candidatura a sindaco di Bassolino. Leggerla sulle pagine del Corriere della Sera ha però fatto un certo effetto. Soprattutto perché alla domanda se ci sia qualcuno disposto a votarlo, la risposta non è per nulla scontata. Nella remota e perversa ipotesi in cui Bassolino tornasse sindaco di Napoli, potete star certi che il suo primo atto sarebbe una nuova ordinanza per ridurre i tempi di interro… Così non sarebbe più urgente completare il crematorio né realizzare gli ampliamenti dei cimiteri. E la potente lobby di coloro che speculano sui cimiteri continuerebbe indisturbata a lucrare sulle spalle dei napoletani. Perché il punto è questo: i cimiteri in emergenza valgono oro per chi può offrire una soluzione all’emergenza stessa. Possibile che il sindaco Iervolino non se ne sia resa conto che la lentezza dell’operato dei suoi uffici e dei suoi dirigenti abbia favorito indirettamente questi speculatori?
    * Presidente della commissione di indagine del consiglio comunale sui cimiteri

  2. Dal sito web: http://www.napolitoday.it
    “In qualità di componente la Commissione di Indagine sulle criticità dei cimiteri, ho più volte richiamato l’attenzione delle autorità competenti e dell’opinione pubblica sulla pessima gestione delle necropoli cittadine” a parlare è il capogruppo consiliare del Movimento civico, Ciro Monaco.

    Continua Ciro Monaco: “La Commissione, di cui faccio parte, ha, ormai da tempo, stilato un’articolata relazione conclusiva, in cui vengono evidenziate le diffuse illegalità rilevate nell’ambito della gestione cimiteriale che spaziano dall’inconsueta gestione del trasporto funebre privato, che sovrasta quello pubblico chiaramente deficitario, allo smaltimento dei rifiuti cimiteriali e obitoriali, dalla caotica gestione del personale all’inesistente programmazione delle attività di esumazione, inumazione e tumulazione, fino alla persistente mancata assicurazione dei lavori di manutenzione, di una adeguata vigilanza interna e della normale funzionalità dei servizi essenziali”.

    “Oggi, a distanza di mesi, riemerge prorompente l’emergenza cimiteri è vergognoso che in una società civile, come la nostra, le salme vengono accantonate in locali non idonei, in attesa di improbabili sistemazioni per la mancanza di aree destinate all’interramento. I previsti ampliamenti dei cimiteri tardano ad attuarsi per le lungaggini burocratiche connesse agli espropri dei terreni confinanti e, nel frattempo, le costruzioni abusive invadono le fasce di rispetto, vanificando il lavoro svolto per gli espropri”, conclude Monaco

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