Al cimitero di Prima Porta a Roma, ci vogliono fino venti giorni di attesa prima di portare a termine una sepoltura o una cremazione.
L’attesa, scrive Il Messaggero sabato 12 gennaio, è dovuto ai tagli al personale che inesorabilmente hanno toccato anche il cimitero. Ciò comporta che il deposito dove ci sono gli impianti per la cremazione sia pieno di bare accatastate una addosso all’altra. Tante altre, stanno invece accatastate nella camera mortuaria.
La storia la racconta il quotidiano romano in un articolo:
‘Tralasciando i problemi che sussistono da sempre – spiega Mario Menicucci, presidente del Comitato diritti operatori funebri (Codiof) – Oggi bisogna sottolineare gli ulteriori disagi introdotti ultimamente: prima di tutto il cambio nella cassa per i pagamenti delle tasse cimiteriali, dove alla fine di dicembre è subentrata la procedura con uno sportello bancario e non più con i dipendenti Ama, ma cassieri che fanno quello che possono ma certamente erano abituati ad altro. Questo ha modificato il metodo di inserimento dei pagamenti creando disagi all’utenza, con file agli sportelli che si protraggono per oltre due ore’.
Intanto dall’Ama si sta valutando come trovare una soluzione per eliminare questi disagi. ‘È tutto assurdo’, tuona Marco Cervone, un cittadino anche lui in fila per sbrigare le pratiche dovute. ‘Ho assistito a scene che hanno dell’incredibile, una signora anziana che per pagare un loculo è stata portata di peso davanti allo sportello, dopo ore di attesa, per essere vista dal cassiere, essendo lei la firmataria dell’assegno. Insomma invece di snellire le pratiche burocratiche c’è un vero e proprio intasamento’.
‘Altro problema è quello dell’ufficio cremazioni. ‘Dove tra una difficoltà e l’altra – continua Menicucci – è praticamente impossibile evadere l’enorme e crescente numero di richieste di cremazioni, con un personale pure ridotto. Si calcola che dalla fine dell’anno ad oggi ci siano oltre 200 salme in attesa di cremazione, tanto che il deposito del forno crematorio non può ricevere altre giacenze e la camera mortuaria del cimitero è al collasso’. Il tempo di attesa dalla presentazione della domanda all’effettiva cremazione ‘è stimato intorno ai quindici, venti giorni, se va bene’, continua il presidente del Codiof. ‘Ultimo, ma non per importanza, è la questione delle cosiddette pratiche non urgenti – conclude Menicucci – relegate alle sole aperture pomeridiane, gestiti da pochi (uno) impiegati che, anche in questo caso, rendono praticamente impossibile venire incontro alle numerose esigenze degli operatori. Certe volte si ha come l’impressione che l’Ama non abbia ancora compreso l’importanza del servizio svolto e che se cercasse di migliorare non farebbe un favore agli operatori del settore, secondo loro potenziali concorrenti (e non è così), ma al cittadino nel momento più difficile della sua vita’.
Tempo di far passare il week end e risponde il Presidente di AMA (Piergiogio Benvenuti), confutando le asserzioni dell’articolo (e del Presidente del Codiof):
Non è vero che ci siano ritardi per le sepolture: ‘La tumulazione viene fatta in tempo reale, non c’è attesa. Al momento ci sono 56 salme in giacenza nella camera mortuaria. La ragione è questa: le famiglie non hanno ancora acquistato i loculi, alcuni non hanno i soldi e altri devono decidere tra la tumulazione e la cremazione. Nessun problema di spazio, ci sono tremila loculi a disposizione di chi ne fa richiesta’.
Non è vero che si attendono 20 giorni per la cremazione. Se vi sono ritardi che superano i 7 giorni questi dipendono dai ritardi nella scelta delel famiglie o da ritardi delle imprese funebri, spesso impreparate. Difatti ‘Sono 250 le bare in attesa di cremazione. Ogni giorno ne vengono cremate 48. Per smaltire la coda occorrono dunque poco più di cinque giorni lavorativi. Negli ultimi anni c’è stato un incremento dell’attesa perché è aumentato il numero delle cremazioni. Basta pensare che nel 2007 erano 6.500 e nel 2012 sono state 10.700. Per l’anno in corso ne sono previste 12mila. Lavoreremo d’ora in poi al ritmo di 262 cremazioni a settimana, il che vuol dire 13.624 in un anno. Ci siamo attivati per assorbire l’incremento e negli ultimi anni abbiamo investito un milione e mezzo di euro per costruire quattro nuovi forni sui sei attualmente funzionanti’. La coda invernale, un pò superiore, al livello medio del resto dell’anno è dovuto alle specifiche contingenze e ai surplus di mortalità stagionali. Comunque ‘Non esiste una situazione d’emergenza: la capacità recettiva del cimitero è adeguata alle esigenze della città. La responsabilità dell’attesa non è nostra. Quando ci viene presentata la domanda il nostro sistema dà immediatamente la data certa della cremazione che avviene entro i sette giorni lavorativi’.
Devo fare ammenda e chiedere umilmente scusa per il mio precedente commento, all’AMA e al Signor Benvenuti. Abbiamo appurato, difatti, che il ritardo che lamentavo è stato dovuto tutto e unicamente all’Agenzia di pompe funebri – GIOVANNONI, Via Cristoforo Colombo 211/213 – cui ci eravamo affidati dopo essere stati da loro contattati all’Ospedale San Camillo il 6 maggio, giorno del decesso dalla mia parente. Recatici personalmente negli uffici dell’AMA al Verano – dove siamo stati accolti con attenzione, garbo e premura – questa mattina, 3 giugno, abbiamo infatti appurato che l’Agenzia – al contrario di quanto assicuratoci nei loro uffici il 31 maggio, attribuendo le responsabilità del ritardo all’AMA – non aveva presentato alcuna richiesta di cremazione né pagato il corrispettivo, nonostante se lo fosse fatta versare da noi in contanti il 6 maggio sera perché già da loro anticipati! Soltanto dopo numerose telefonate ad impiegati dell’Agenzia e a suoi responsabili coperti dall’anonimato di “numero sconosciuto” sul cellulare siamo riusciti a ottenere che entro le 12 venisse un addetto dell’Agenzia stessa a effettuare il pagamento ed espletare le pratiche loro affidate il 6 maggio. Dall’AMA abbiamo avuto immediatamente la fissazione nel 7 giugno prossimo della data per la cremazione. L’Agenzia Giovannoni, per bocca dei suoi rappresentanti, non ha saputo fornirci alcuna spiegazione né giustificazione per l’accaduto.
Con quale faccia si possano fare le affermazioni del Signor Benvenuti è veramente insopportabile. Una mia parente è deceduta il 6 maggio. L’8 maggio – dopo aver regolarmente pagato la tassa per la cremazione – la salma è stata consegnata al reparto apposito dove ci è stato detto che per la cremazione dovevamo attenderci una attesa di 15 giorni lavorativi. Ad oggi 31 maggio non soltanto non ci è stata comunicata la data della cremazione, ma abbiamo ricevuto un minaccioso telegramma dal Cimitero Flaminio secondo cui il deposito della salma avrebbe “superato il tempo massimo” e che pertanto la salma verrà tumulata in campo comune il 20 giugno prossimo. Dall’impresa funebre, immediatamente contattata, apprendiamo che l’invio di simili telegrammi – dati i ritardi – sarebbero al momento prassi comune, ma priva di effetti reali, probabilmente ispirata dalla volontà di cautelarsi rispetto ad eventuali responsabilità di qualcuno della catena burocratica. Siamo veramente allo sconcio, altro che 7 giorni!