E’ sabato, giornata iniziata con un bel sole mattutino.
Alla Fiera di buon’ora è tutto un fervore di preparativi: negli stands di esposizione dei carri funebri si tolgono i teli di protezione, si spolverano amorevolmente questi oggetti del desiderio di impresari funebri. Si ritocca la serie di depliants posti sui tavoli, si riverificano le hostess. I grandi preparativi sono fatti: poi si aprono i cancelli e il fiume di gente si riversa nel salone. Cominciano le domande, sulle caratteristiche tecniche, sui prezzi (nota dolente: è vero che i carri funebri i taliani sono tra i più belli al mondo, ma anche tra i più costosi. Si arriva facilmente a cifre dell’ordine dei 95.000-100.000 euro più IVA). Gli stands tanti, riportiamo la foto del maggiore: Pilato
Il giro prosegue.
Si sentono dialetti del Sud d’Italia: l’affluenza sabato è stata ampia, anzi imponente, con famiglie con bimbi al seguito. Veramente piacevole da vivere l’emozione vibrante di questa marea di persone interessatissime alle novità, ma anche alla semplice conferma delle proprie necessità. Dalle valutazioni sui carrelli per il trasporto feretri (leggeri, pesanti, con ruote pivottanti o meno, ecc.) ai manifesti funebri con inchiostro resistente all’acqua. I dialetti del Nord si stentano a riconoscere (forse questi impresari funebri arriveranno domenica?), invece è ampia la partecipazione di operatori dell’Est Europa. Forse attirati dalla fama di grande qualità della produzione italiana, forse merito del lavoro di semina fatto in questi due ultimi anni dalla Conference Service e in particolare dal suo ambasciatore Pietro Innocenti.
La Fiera è veramente bella:
i produttori hanno speso un fiume di quattrini per esporre la loro mercanzia nel modo migliore. Questa è la vera novità: il più bel salone d’Europa e probabilmente anche del mondo. Il design italiano a trionfare. Per tutti si veda questa urna cineraria in bella mostra nello stand di Stragliotto. La foto mostra l’urna in una teca di cristallo, con dietro l’ingegner Giorgio Stragliotto che si gratta il capo. E’ il sintomo che qualche cosa non va.
E in effetti girando negli stands si respira un’aria pesante. Aria pesante tra cassamortari, allietata solo dalle graziose truppe di hostess che giravano in lungo e in largo la Fiera (nella foto un gruppo particolarmente ammirato nello stand di Lorandi). Aria pesante tra impresari funebri, che cominciano a valutare il bluff delle case funerarie (a proposito diverse le ditte che si proponevano per realizzare funeral home chiavi in mano). Investimenti occorrenti: alti in funzione dei tempi a cui sono abituati in termini di ritorno degli investimenti (oltre che di redditività attesa).
Le prime truppe cinesi di venditori di marmi sono già presenti e mentre uno degli espositori onestamente non fa paura all’italico genio (per la qualità della merce esposta) l’altro presenta una qualità di tutto interesse. E le novità? Degni di nota tre aspetti: macchinari per la cremazione.
Erano presenti diversi produttori di forni, ma quello che ha impressionato è stato l’italiana GEM che ha portato in fiera una linea completa di forno, con abbattimento fumi integrale. Uno stand con funzioni didattiche in una Italia che si sta affacciando verso la cremazione.
Proseguendo nella funzione didattica, una delle novità è stata la presenza di soluzioni per loculi aerati, ma anche lastre di chiusura in materiale alleggerito della Argema.
Difatti la grande novità della Lombardia e della Emilia Romagna (ma pure di altre regioni, attraverso lo strumento della deroga ex articolo 106 del DPR 285/90) per i cimiteri è stata la tumulazione aerata. Quella presentata dalla casa italiana è una soluzione capace di essere usata sia nella costruzione ex novo sia nel ricondizionamento di loculi già esistenti. Nella prima delle foto l’applicazione del filtro nella parte interna del tamponamento. Interessanti anche le soluzioni di loculi in materiali diversi da quelli tradizionali e cioé in vetroresina e in acciaio. In particolare quelli in vetroresina diventano particolarmente interessanti per i bassissimi tempi di montaggio (per le Aministrazioni comunali in affanno per carenza di posti).
La terza e ultima novità che si segnala è forse la cosa più bella vista al salone: la sostituzione della pietra e del marmo con vetro lavorato. Le immagini delle foto, purtroppo, rendono poco e male, perchè il vetro riportava i riflessi delle luci intorno, ma l’idea della In Arte Vetro srl è veramente di prim’ordine. Si utilizza sia come copritomba che come lapide. Inoltre può riportare disegni di particolare significato e infine è un “vestito” sia per loculi, sia per tombe private. Non sappiamo che tipi di garanzie vi saranno di permanenza nel tempo e di durabilità, ma se saranno solo comparabili o appena inferiori a quello delle pietre o dei marmi, è cominciata una rivoluzione del settore di ampio respiro.
Per concludere la carrellata di impressioni possiamo dire di aver visto una tale quantità di urne cinerarie, talvolta tanto belle da superare la qualità del cofano italico (noto nel momdo per il proprio design). Peccato che la crisi dei cofanari italiani (ma anche europei) faccia tanto disperare la maggior parte di loro e che ormai ci si attendano “vittime” illustri (in senso metaforico) della guerra di prezzi scatenata tra i grandi produttori per il controllo del mercato. Bronzi: come al solito (c’è rimasto poco da innovare) anche se presentati dentro stands da mille e una notte. Una bella scarpinata in una Fiera tutto sommato dispersiva (per il dislocamento su due livelli). Forse non sarebbe male ripensare la prossima edizione bolognese perché la logistica è sicuramente perfettibile.
E’ una bella fiera ma di pochissimo interesse per aziende di gestione di servizi cimiteriali, quella di due anni fa era più interessante da questo punto di vista
Buon giorno a tutti, carente la logistica, pochi i comuni e le aziende, anche perchè per loro c’era poco da vedere.
E’ stata una fiera molto interessante, come ogni edizione, piena di novità, occasioni di confronto con altre realtà imprenditoriali, occasioni di crescita, ma a mio avviso è stata un pò dispersiva la collocazione logistica.