Cronaca di Sefitdieci edizione 2013

Il tradizionale appuntamento SEFITDIECI, nell’edizione 2013, svoltasi a Roma il giorno 27 settembre 2013, si è riconfermato come uno dei momenti di maggior spessore per l’analisi del quadro relativo al settore funerario italiano e delle medicine da somministrare al malato. Presenti circa una cinquantina di persone, si sono avvicendati al microfono, nella prima parte della giornata, diversi oratori che hanno approfondito i temi caldi con relazioni esaustive.

Dopo il saluto del nuovo Direttore Generale di Federutility, Massimiliano Bianco, è intervenuto Adolfo Spaziani (Direttore uscente) per manifestare l’interesse federale alla soluzione dei particolari problemi settoriali. E’ quindi iniziata la relazione di base, di Sereno Scolaro, che sia attraverso slides, sia con una ricca illustrazione orale, ha trattato la materia della “evoluzione del quadro normativo, la situazione complessiva nel Paese”, accennando semplicemente a “ipotesi per proposte di legge di settore per la XVII legislatura”, tra l’altro complice la situazione politica effervescente, per effetto delle notizie che nel contempo si andavano ricevendo sul deterioramento del quadro politico e quindi della difficoltà a proporre temi riguardanti anche i settore funerario alla discussione del Parlamento e all’attenzione del Governo.

Lezione giuridica a tutto tondo, poi, di Pietro Barrera, Direttore del Centro Luigi Pianciani, Roma, che ha magistralmente intrattenuto i presenti sulla “cornice di riferimento per la normativa sui servizi pubblici locali, in un quadro evolutivo”. E’ stata poi la volta di Daniele Fogli, Responsabile delle Attività internazionali di SEFIT, che ha dapprima ricordato della necessità di approvare e pubblicare entro il 31 dicembre 2013 la relazione prevista dall’Art. 34 della legge 221/2012, circa il termine dell’affidamento del servizio pubblico locale e la verifica circa la coerenza con la normativa europea vigente. Poi ha individuato alcune idee forti per una riforma del settore funerario, con l’identificazione della impresa collettiva, partecipata da lavoratori e cittadini, quale strumento innovativo gestionale, teso a far uscire le imprese cosiddette pubbliche dal perimetro delle norme sulle controllate (societariamente) per farle entrare nel perimetro del controllo sociale. L’affermazione che però ha caratterizzato l’intervento è stata quella in cui egli ha esplicitamente ammesso che cambia la strategia del pubblico: da una situazione difensiva e in taluni casi passiva, a quella di attacco, per far crescere nel settore funebre imprese collettive capaci di incidere sui mercati locali, non chiuse all’imprenditoria funebre privata, favorenti l’aggregazione su scala comprensoriale. E’ stata poi la volta di Carmelo Passalacqua , del Comune di Trento, che ha ilstrato le peculiarità di una gestione calibrata in una realtà autonoma, in cui la vicinanza del’istituzione ai cittadini si misura anche con la tipologia del servizio da loro offerto e dal riscontro positivo sui servizi offerti che emerge dalla comunità.

Al termine veloce lunch e ripresa dei lavori (addirittura con qualche minuto d’anticipo, tanto che manca la registrazione di parte del primo intervento, che per fortuna è disponibile sotto forma di relazione scritta e slides). L’intervento, molto chiaro e pragmatico, è stato fatto da Marzio Malagutti, di TEA Mantova, il quale ha trattato “Gli affidamenti a mezzo gare e gli oneri di servizio pubblico”. Sulla complessità del quadro normativo è intervenuto immediatamente dopo Roberto Burchielli (ADE spa Parma) che ha analizzato “La (dis-)parità, effettiva, delle condizioni di operatività, nella prospettiva del consolidamento e consimili vincoli per le aziende partecipate”. E’ stata poi la volta di Vittorio Cingano , che ha elencato diversi spunti per modificare le strategie d’azienda operante in campo cimiteriale.

Tempo di fare un veloce cambio di relatori e si è passati alla tavola rotonda, con rappresentate le principali sigle del comparto funerario: Feniof, Federcofit, Asnaf&AS, FIC e ovviamente i padroni di casa di SEFIT Federutility. Gli interventi hanno in realtà ruotato sulle possibilità o meno di trovare punti di convergenza per far decollare il Consiglio unitario della funeraria, una sorta di tavolo in cui vedere rappresentate tutte e componenti (produttive e gestionali).

E così si sono registrati interventi di Giovanni Caciolli, Alessandro Bosi, Jorio Ronca, Franco Lapini e Antonio Dieni (quest’ultimo nella sua recente veste di coordinatore Tecnico SEFIT). Da un lato le Federazioni private a sostenere la validità della iniziativa e a presentarsi come soggetto unitario (al di là dei contenuti) di fronte al legislatore e dall’altro i distinguo di SEFIT e FIC, che invece vorrebbero chiarire i contenuti. E l’eterno duello tra pubblico, solidaristico e privato è stato inframmezzato da interventi del pubblico (si ricordano in particolare quelli di Daniele Fogli – SEFIT, Gilberto Giuffrida – Amministratore delegato di AFC Torino; Giovanni Pollini – Socrem Torino).

L’impressione finale, visto che le conclusioni sono state per forza di cose limitate nel tempo, è che siano più gli elementi che dividono di quelli che uniscono e che si andrà ad un incontro in sede ristretta in cui chiarirsi se vi siano o meno spazi per proseguire la discussione nel Consiglio della Funeraria italiana. Si ricorderà che già nei mesi passati vi erano state prese di posizione anche pubbliche sia di Asnaf&As, che di EFI, circa la pretesa leadeship dell’organismo in qualche modo ipotecata dal duo Feniof Federcofit e sulla convergenza su posizioni di spartizione delle spoglie (mortali?) delle gestioni comunali e pubbliche in genere. A fronte della richiesta esplicita da parte di Feniof e Federcofit se Sefit intende essere dentro il Consiglio Unitario della funeraria per dire la sua (visto che ancora non c’è il testo definitivo delle richieste per il legislatore), Dieni preliminarmente ha dato per scontato che l’obiezione circa la pretesa supremazia del duo Feniof Federcofit in ambito di Consiglio unitario sia stata accolta, essendo una precondizione alla possibilità di sedersi allo stesso tavolo, poi ha chiarito come la richiesta è che “prima di parlare e definire strategie da proporre unitariamente al legislatore, si faccia una rappresentazione della effettiva realtà del settore, dei numeri veri sia del pubblico che del privato e che nessuno ha la forza per uscire dalla crisi globale del settore da solo”.

Chi ha voglia di ascoltare o leggere (laddove presente la relazione scritta) gli interventi non ha che da cliccare su www.sefit.eu/sefit/sefitdieci dove assieme al programma del convegno potrà scaricare files audio e files in PDF (di chi ha presentato relazione scritta). O ancora nella specifica area del sito www.federutility.it . Una lezione di trasparenza sui processi di formazione delle decisioni che va ad onore della Federutility SEFIT. Complice anche il clima politico generale, si ha l’impressione che occorra più tempo per ragionare e trovare delle soluzioni e che prima dell’incontro in sessione plenaria al tavolo della funeraria sia opportuno uno o più incontri tra gli stessi soggetti presenti a Sefit10.

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