Clima caldo al convegno sulla cremazione, infarcito di grandi esperti italiani del settore.
Il Presidente della FIC Peagno, ha tratteggiato l’attuale situazione di stallo normativo, augurandosi che presto si giunga ad un intervento normativo statale che dia pari opportunità a tutti i cittadini italiani di ricorrere alla scelta cremazionista, oggi facilitata solo in una decina di regioni.
E’ poi intervenuto Novarino (Centro Studi Fabretti), che ha ribadito con forza la necessità di cerimonie del commiato sia alla salma che alle ceneri, nonché la opportunità che siano formate persone adeguate (cerimonieri) per tale ruolo. Ha richiamato la diversità di sviluppo territoriale della cremazione, con le alte punte del Nord e delle aree urbane e metropolitane e la quasi assenza nel Sud (come anche di crematori)
Il Prof. Campione, esperto di psicologia del lutto, ha invitato tutti ad avere meno certezze in una materia come questa, che è in profonda evoluzione. Le cerimonie di commiato sono diverse in relazione alle varie epoche e si adattano a quello che la società in quel periodo storico considera come cosa giusta.
Righi (SEFIT) ha apprezzato la nuova posizione della Chiesa di recente espressa in un autorevole documento dei vescovi, illustrato per sommi capi da Don A. Zuffi, membro della Conferenza liturgica della CEI. Egli ha chiarito che la Chiesa non è contraria alla cremazione, laddove questa non sia fatta in dispregio dei dogmi cristiani.
Invece la Chiesa non favorisce la dispersione e l’affido delle ceneri.
Sempre Righi ha fatto presente la difficoltà nella sua città (Parma) alla installazione dell’impianto di cremazione, osteggiato da parte della popolazione delle zone dove realizzare il crematorio, non tanto per le problematiche ambientali, spesso prese a pretesto, quanto perché dal crematorio esce un distillato di morte, percepibile.
E la nostra società non intende confrontarsi con la morte, che invece vorrebbe remotizzata.
E la dice lunga la posizione di varie persone che addirittura non vorrebbero far vedere carri funebri passare davanti alle scuole elementari o dei parchi.
Ha inoltre illustrato la posizione della SEFIT, che coincide con quella esposta anche da Don Zuffi, sulla natura del cimitero, come luogo di memoria storica di una collettività.
Bellachioma, impresario funebre, ha precisato che l’imprenditoria funebre italiana ha un certo qual timore della cremazione laddove a questa si associa una scelta di estrema economicità (e ha criticato coloro che propagandano la scelta cremazionista usando soprattutto questi argomenti). Se la cremazione non incide sull’attività dell’imprenditore funebre può essere accettata. Altrimenti è giocoforza osteggiarla.
Stragliotto (a nome dell’Assocofani) ha invece chiarito come sia importante l’uso di cofani di legno per la cremazione ed auspicato che le norme valevoli oggi in Lombardia (e che erano già state oggetto di studio a livello nazionale presso il Ministero della salute) possano essere applicate su tutto il territorio nazionale.
Diversi gli interventi che hanno teso a chiarire la differenza tra il momento di onoranza funebre, che è eguale con qualunque scelta successiva (inumazione, tumulazione, cremazione) e quello di cremazione vera e propria e cioè di incenerimento del corpo.
Infine il Dr. Giust, Presidente di GEM, maggiore costruttore italiano di forni crematori, ha teso a chiarire che dal punto di vista tecnologico non vi sono problemi (spalleggiato dall’ing. Stragliotto, che ha ricordato le sue origini di termotecnico) per il controllo delle emissioni in atmosfera.
Ha preannunciato che in ambito UE si sta procedendo per ottenere una direttiva sulle emissioni in atmosfera.
Ha poi chiaramente indicato che per l’industria italiana di settore il mantenere l’obbligo, in Italia, di realizzazione di crematori solo nei cimiteri è limitativo e in taluni casi controproducente, in quanto i cimiteri spesso sono inglobati all’interno delle città.
Inoltre sempre Giust ha detto che l’Europa si farà presto sentire anche in questo campo chiedendo maggiore libertà di iniziativa economica in campo cremazionista.
Diversi gli interventi del pubblico, tra i quali si citano richieste di chiarimento a Don Zuffi di comportamento in caso di richiesta di benedizione di urna cineraria o di esequie di urna cineraria in Chiesa.
Ma l’intervento che più ha animato il pomeriggio è stato quello di un imprenditore funebre piacentino, integralista cattolico, che con diverse argomentazioni ha manifestato la sua contrarietà piena alla cremazione, anche per la caduta del mercato funerario (bronzi, lapido, case da morto, ecc.).
Un intervento stonato nel contesto, non arginato dal coordinatore della tavola rotonda Carmelo Pezzino, per altro capace di vivacizzare il dibattito con domande sempre ben centrate.