Concessione-atto o concessione-contratto?

Con il regolare atto concessorio di cui all’art. 98 D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285, al privato cittadino (ma potrebbe persino trattarsi di “Ente”, ossia di persona giuridica ex capo XVIII D.P.R. n. 285/1990)  viene traslato l’esercizio di un diritto rappresentato, nel caso di specie, dalla possibilità di sfruttare le utilitates connesse al bene pubblico costituito dallo spazio cimiteriale, oggetto di concessione (in tal senso, E. Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Giuffrè editore, 2006, 320). I sepolcri, privati nei cimiteri, sono, infatti, attratti nella sfera del demanio specifico e necessario del Comune.

La giurisprudenza ha preferito applicare al rapporto le norme sulle obbligazioni e, poi, quelle sui contratti, delineando così la figura della “concessione contratto” asserendo  che la concessione o, meglio, il procedimento concessorio consista in due momenti giuridici distinti e precisamente:

a) un “atto unilaterale di sovranità”; (in questo senso si veda anche Dr. Sereno Scolaro)

b) una “vera e propria stipulazione di contratto” di diritto privato, per la disciplina degli aspetti di carattere patrimoniale, si pensi ad esempio alle obbligazioni manutentive.

I due atti sono strettamente connessi, atteso che l’annullamento del provvedimento concessorio a monte rifletterebbe i propri effetti sulla concessione-contratto a valle che diverrebbe inefficace e non viceversa.

Se così fosse, considerato che le concessioni aventi ad oggetto aree cimiteriali, edifici, o porzioni degli stessi sono assoggettate al regime delle concessioni demaniali, ai sensi dell’art. 824 comma 2 Cod. Civile (C.d.S. Sez. IV n. 4812 del 26 settembre 2006), le quali, indipendentemente dal nomen juris adottato dalle parti e dal contenuto delle singole concessioni, si compendiano sempre in “concessioni-contratto” poiché in esse é dato ravvisare sia le caratteristiche dell’atto amministrativo sia quelle dell’atto negoziale (C.d.S. Sez. IV n. 510 del 14 febbraio 2008), ne discende che singole clausole contenute nell’atto di concessione demaniale se contrarie a norme imperative (regolamentari?) sono colpite da nullità ai sensi dell’art. 1418 comma 1° Cod. Civile e possono determinare la nullità dell’intero atto di concessione, ove risulti che le parti non sarebbero addivenute alla stipula dell’atto in mancanza di quella clausola colpita dalla nullità (T.A.R. Piemonte, Sez. I,  12 luglio 2013, n. 871).

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Carlo Ballotta

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