Chiesta dai promotori del referendum una moratoria sull’applicazione dell’art. 23 bis e l’accorpamento del referendum con le elezioni amministrative di maggio

La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari proposti dai movimenti per l’acqua. Se non si andrà al voto a primavera gli italiani decideranno sia sull’acqua sia sulle norme per i servizi pubblici a rilevanza economica . La vittoria dei “sì”, secondo i promotori del referendum, porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.

In una dichiarazione tratta dal sito dei promotori si legge “Attendiamo le motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del restante quesito (quesito n. 2), ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum. Il Comitato Promotore oggi più che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull’abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perché a decidere sull’acqua siano davvero gli italiani. Il Comitato Promotore attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.”

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