Cerignola: il Comune difende le proprie scemte in materia di tariffe di illuminazione votiva

L’ufficio stampa del Comune di Cerignola ha diffuso una nota con la quale l’assessore Reddavide replica alle critiche pervenute nei giorni scorsi per la introduzione da parte della Giunta Municipale di una “tassa” per le lampade votive in cimitero. La protesta era stata fatta dal Movimento Politico la Cicogna che, nei giorni scorsi, aveva pesantemente criticato la scelta di tassare le luci delle tombe nel cimitero. Di seguito si riporta il comunicato stampa:

“La Giunta ha semplicemente richiesto ai privati una compartecipazione alle spese per la vigilanza nell’area. Rispetto a prima, per le lampade votive si pagherà un centesimo in più al giorno”. E sul volantinaggio di domenica scorsa del movimento La Cicogna davanti al luogo sacro: “Un atto di puro sciacallaggio che si commenta da solo”. “Con la delibera riguardante le lampade votive nel cimitero non ci siamo inventati nessuna tassa sui morti. Molto più semplicemente, abbiamo adottato un provvedimento che ci consente di reperire risorse utili a finanziare il servizio di vigilanza in un’area che è teatro di innumerevoli atti vandalici e furti”. E’ la replica dell’ Assessore alla Sicurezza, Franco Reddavide, al consigliere Franco Metta del movimento politico “La Cicogna”, che nei giorni scorsi aveva contestato la scelta della Giunta comunale. “A svolgere l’attività di vigilanza è la Europe Service di Cerignola, un servizio che paghiamo 4mila euro al mese e che abbiamo attivato nello scorso agosto – spiega Reddavide – l’impegno economico per quest’anno è dunque di 48.000 euro. Per il 2011 avevamo già progettato di rivedere tutte le tariffe inerenti i servizi cimiteriali. Tutti sanno che in questo momento gli enti locali devono fare i conti con un’esiguità di risorse economiche che spesso non consente nemmeno di garantire servizi essenziali per la popolazione, come riteniamo essere il servizio di vigilanza nell’area cimiteriale. Per questo il servizio richiede una compartecipazione alla spesa da parte dei privati, titolari delle tombe gentilizie, e delle confraternite. Questo significa pagare un centesimo in più al giorno! Non so se il concetto è chiaro; un centesimo in più al giorno”. Il Comune di Cerignola è comproprietario delle tombe, così come le confraternite che vendono i loculi; poi ci sono anche le tombe dei privati, che detengono i diritti di proprietà. Le lampade votive, insomma, le utilizzano tutti. “E allora – chiede l’assessore – perché dovrebbe essere soltanto il Comune a farsi carico delle spese per la vigilanza? Quando Metta afferma che chi possiede lampade votive di maggior pregio sarà costretto a pagare di più, dimentica o fa finta di dimenticare che l’entità delle tariffe dipende dal valore degli impianti e dal voltaggio impegnato Dovrebbe dunque preoccuparsi soprattutto delle persone meno abbienti, che non possono pagare, per le loro lampade votive, le medesime cifre di chi, invece, non ha gli stessi problemi economici”. Secondo Metta la Curia locale non è stata preventivamente informata della novità introdotta dalla Giunta comunale. Ciò non risponde al vero: “Abbiamo tenuto una Conferenza di servizi alla presenza dei dirigenti comunali e del coordinamento delle confraternite, le quali hanno concordato con noi sull’utilità del provvedimento adottato”. Reddavide respinge quindi categoricamente le accuse di Metta: “Noi abbiamo previsto una compartecipazione alla spese e non una tassa sui servizi erogati. Per fortuna Metta non è diventato sindaco, perché se così fosse avvenuto avremmo subito una gestione delle finanze pubbliche alquanto allegra; Cerignola si sarebbe ritrovata nelle stesse condizioni di Foggia o altre città dichiarate dissestate. Certe azioni di Metta, poi, sinceramente si commentano da sole: cosa dire, infatti, del volantinaggio di domenica scorsa davanti a un luogo sacro quale il cimitero? Quali termini possiamo usare per qualificare un fatto del genere, se non quello di sciacallaggio? D’altra parte, ricordiamo tutti quanto avvenne in campagna elettorale, quando Metta pensò di invadere con i suoi seguaci le corsie dei reparti dell’ospedale Tatarella per distribuire volantini ai malati in occasione della Festa della Donna. Ma, volendo prendere per buone le parole che lo stesso avvocato ha usato in riferimento al suo impegno per la città, potremmo dire che lui fa politica, io aggiungo forse, in Consiglio Comunale, e propaganda, stavolta senza ombra di dubbio, quando si trova per strada”.

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