Al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Sapienza Università di Roma, fino al 26 luglio, è ospitata, tra l’altro, un lavoro di ricerca dell’artista Eugenio Percossi.
In una cornice un po’ macabra, ma al tempo stesso rassicurante, come quello dei cimiteri romani, Percossi ha effettuato un lungo lavoro di ricerca e di catalogazione delle lapidi in base alla diversa età della persona defunta. Un viaggio dell’artista rivolto alla compartecipazione del sentimento di lutto delle persone che ricordano, con preghiere e fiori, i loro cari e, al tempo stesso, un “memento mori”, cioè una riflessione sulla caducità della vita. Molto spesso accade, quando ci si cala nella narrazione fotografica di temi come la morte, tema sentito e temuto insieme, di cadere nella forzatura di scene “sensazionali” ma così sembra non esserlo per Percossi che al contrario attraverso l’obiettivo della macchina fotografica accentua il valore testimoniale e affettivo degli spazi dedicati ai defunti.
Altre informazioni si possono reperire al segunete link, sul sito www.voceditalia.it