Sono stati assolti perché il fatto non sussiste i tre dipendenti del Comune di Bassano Romano (Viterbo) e i due titolari di un’agenzia funebre, finiti nella bufera giudiziaria a seguito della denuncia di un singolo episodio risalente al 2014.
Secondo quanto raccontato ai carabinieri e successivamente ai giudici del tribunale viterbese dai testimoni dell’accusa, i tre dipendenti comunali avrebbero permesso all’agenzia gestita dai due fratelli di estrarre bare dai locali fuori dal periodo concesso dalla legge e soprattutto avrebbero costretto privati cittadini a rivolgersi a quella precisa attività, tagliando fuori qualunque altra agenzia del territorio.
Il risultato del giudizio ha ribaltato le accuse:
Il DPR 285 del 1990, che regola le estumulazioni, dice esplicitamente che non ci sono periodi specifici per procedere a tale attività ma fa riferimento esclusivamente alle esumazioni, che per ragioni igienico-sanitarie, sono da evitare durante il periodo estivo di maggiore caldo.
E’ stato poi appurato che i dipendenti comunali si sono rivolti all’agenzia dei due fratelli perché erano anni che quell’impresa gestiva i servizi cimiteriali per il Comune di Bassano Romano, vincendo legittimamente una gara di appalto. È ovvio che, in assenza di specifiche direttive di privati, facessero svolgere quelle attività a loro.
Dopo anni di udienze e testimoni, qualche giorno or sono è stata fatta giustizia e ristabilito l’onore delle persone coinvolte.
E’ stato il pubblico ministero a riconoscere la totale ”insussistenza dei fatti” nella sua arringa finale, chiedendo per i cinque imputati un’assoluzione con formula piena: ”Non è stato provato alcun abuso d’ufficio perché di fatto non c’è stato alcun abuso d’ufficio” ha sottolineato in aula.
Peccato che ci siano voluti 5 anni per arrivare a questa conclusione. Ora dovrebbe partire un processo per calunnia nei confronti di chi avave fatto queste accuse.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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