Dopo Roma, pure nelle grandi città del Nord Italia si stanno registrando valori anomali di mortalità, connessi in parte agli effetti della pandemia:
A Torino:
I servizi cimiteriali della Città che si ritrovano a dover gestire moltissime pratiche. Di queste almeno un paio al giorno riguardano funerali di persone morte sole, o con parenti troppo poveri per pagare le spese di cui si occupa il Comune di Torino.
«La situazione complessiva è molto preoccupante – spiegava pochi giorni fa l’assessore Marco Giusta perché negli ultimi quindici giorni abbiamo avuto un incremento dei decessi del 40% rispetto all’anno precedente. Con una curva che sta aumentando, e giornate di “picco” con 57 morti».
Ancora numeri inferiori alla prima ondata, ma che cominciano a preoccupare.
L’assessore si dice «preoccupato» da due ordini di questioni.
«La prima è l’incremento dei morti in casa. L’altra è che stanno di nuovo morendo le persone tra gli 81 e i 90. Evidentemente c’è qualcosa che non torna. E io non me lo so spiegare, ma forse occorrerebbe ragionare su quale effetto possa avere la sospensione dovuta all’emergenza delle altre cure e terapie».
A Milano:
In media a Milano, in tempi ‘normali’, muoiono 40-50 persone al giorno. Oggi, invece, ne arrivano circa 80. Cioé quasi il doppio.
I cinque forni crematori di Lambrate lavorano a pieno regime e solo per i residenti nel Comune di Milano.
«La situazione sta compromettendo la normale capacità operativa del crematorio e del deposito di Lambrate, con tempi di attesa per la cremazione superiori a 5 giorni dall’arrivo a Lambrate dei feretri – ha comunicato il Comune di Milano il 4 novembre – per questo i soggetti deceduti a Milano ma non residenti, il cui decesso si verifichi a partire dal 5/11/2020, non potranno essere cremati a cura del Comune di Milano». L’ordinanza predispone «che per l’eventuale sepoltura nei cimiteri cittadini dei defunti non residenti non è dovuto il pagamento».