Attenzione dei mass media puntata sul costo dei funerali. l’AGI (Agenzia Giornalistica Ialiana) lancia la notizia e di seguito partono alcuni approfondimenti locali. Di seguito se ne riporta una breve rassegna.
IL CARO…ESTINTO, UN FUNERALE COSTA IL 20% IN PIU’
Vivere si sa costa caro ma anche morire e’ diventato un lusso. E allora, in certi casi, meglio la cremazione che una sepoltura con tutti gli optional. Soprattutto quando un funerale base si aggira intorno ai 1.500 euro e per l”all inclusive’ si arrivano a spendere oltre 5 mila euro. L’unico modo per cavarsela e’ rinunciare a fiori, annunci funebri, fregi sulla bara e trasporto al cimitero. I numeri raccolti dall’Agi con un’inchiesta condotta su base regionale, parlano chiaro. Nel 2005 un funerale medio costava circa 2.500 euro, oggi ne costa 2.700: un aumento del 4% su base nazionale, con picchi di quasi il 20% registrati in citta’ come Palermo solo nell’ultimo anno. Secondo alcune rilevazioni, un servizio funebre nel capoluogo siciliano si aggira intorno ai 3 mila euro, sensibilmente di piu’ rispetto ai 2.500 euro dello scorso anno. E anche a Milano i rincari registrati vanno dal 5 al 15%. Determinante, spiegano gli operatori, e’ stato l’aumento del costo del lavoro e delle materie prime. In generale, si va da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 50 mila per funerali di lusso nel capoluogo lombardo. Tariffe a cui si aggiungono i costi del terreno per la sepoltura (da 7.436 euro nel cimitero Maggiore a 16.113 nel Monumentale), di una celletta (da 145 euro nelle gallerie inferiori oltre la 15esima fila a 620 euro in prima fila) o dei colombari (11.550 euro nelle gallerie superiori in prima fila al Monumentale). A Torino i funerali sono aumentati tra l’8 e il 10% in un anno: il prezzo base si aggira intorno ai 1.300 euro piu’ tasse comunali e per una semplice sepoltura a terra si va dai 1.500 ai 2.800 euro (ma basta andare nella provincia perche’ il prezzo si dimezzi). Prezzi fermi nel barese dove si oscilla tra i 1.800 e i 2 mila euro se si tratta di un’inumazione, tra i 2.500 e i 3.000 se invece si preferisce un loculo comunale, mentre il costo di quelli nelle “Arciconfraternite” puo’ arrivare sino a 2.800 euro, compresa la lapide, la luce votiva e le incisioni sul marmo. ‘Conviene’ ancora morire a Roma dove il costo medio di un funerale si aggira intorno ai 2.200-2.300 euro (nel 2006 costava 2.155 euro). Secondo il segretario generale della Feniof ( la Federazione italiana delle onoranze funebri), Alessandro Bosi, negli ultimi anni e’ scattata una corsa alle cremazioni proprio perche’ i costi di acquisto delle concessioni cimiteriali e dei loculi sono aumentati esponenzialmente. Nel 2007 le cremazioni sono state 56 mila, il 10% sui decessi totali (circa 560 mila su base annua) e quest’anno dovrebbero aver superato l’11%. Un dato consistente, considerando che in Italia esistono solo 47 impianti di cremazione, di cui 31 al Nord, 9 al centro e 5 al Sud. Un loculo costa al metro quadrato quanto una villa di lusso: a Bologna e Milano si va dai 2.700 euro in su per una posizione senza particolare rilevanza. Mentre a Torino il prezzo oscilla tra i 3.400 e i 5 mila euro. Per non parlare poi delle concessioni cimiteriali – da 40 a 99 anni – che costano piu’ di 5 mila euro. Insomma, dire addio ai propri cari e’ davvero costoso e a fare la differenza non sono solo i piccoli dettagli: la scelta del legno per il feretro – si passa dal semplice pino al pino nazionale o magari al rovere o al mogano che sono piu’ prestigiosi – e le lavorazioni costano, e con bassorilievi e fregi la bara sale di prezzo. Il grosso poi lo fanno i fiori, gli annunci e l’allestimento della camera ardente. Ma, in fondo, si puo’ sempre scegliere la bara economica.
Fonte: AGI
Sul quotidiano on line Trasporti Oggi è stato pubblicato il 4 settembre 2008 l’articolo a firma di Red dal titolo “A Milano un funerale costa fino al 15% in più” , che riportiamo nel post seguente, tratto da un lancio di agenzia AGI:
A pesare sul bilancio sono le materie prime, dal legno per costruire le bare allo zinco, e tutte le voci, come la vernice e i trasporti, legati al prezzo del petrolio”. Se le pompe funebri ricaricano sui servizi aggiuntivi, dalla cerimonia di lusso alle corone, a Milano il costo calmierato di un funerale, regolato da luglio da un accordo fra comune e imprese che sostituisce i vecchi ‘funerali comunali’, si attesta sulle 1.290 euro. Un costo base, bara piu’ corteo, gratuito per i cittadini sotto la soglia di poverta’ Istat, per cui il comune paga 900 euro alle imprese. In generale si va da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 50mila per funerali di lusso. Tariffe a cui si aggiungono i costi del terreno per la sepoltura (da 7.436 euro nel cimitero Maggiore a 16.113 nel Monumentale), di una celletta (da 145 euro nelle gallerie inferiori oltre la 15esima fila a 620 euro in prima fila) o dei colombari (11.550 euro nelle gallerie superiori in prima fila al Monumentale). “Abbiamo dovuto alzare i prezzi per un funerale – spiega Andrea, uno dei soci di ‘Venezia onoranze funebri’ – di circa il 5%, che si traduce in un costo in piu’ per le famiglie di 200 – 300 euro. E’ un trend in continua salita, legato al prezzo del gasolio, della manodopera e delle materie prime. Ma anche a costi come quello per l’Ecopass, che dobbiamo pagare ogni volta che transitiamo nell’area”. Quando le famiglie non possono piu’ permettersi un funerale di ‘prima classe’, le aziende milanesi inventano nuovi modi per venire incontro ai clienti in periodi di vacche magre. Uno e’ il funerale a rate, “con richieste in continuo aumento – spiega Cerato di ‘Impresa San Siro’ – e una quota di mercato che tocca ogni mese il 3% del totale”. Oppure risparmiare sui trasporti, sfruttando i voli aerei low cost. “Ad esempio – spiega Maurizio di onoranze funebri ‘Certosa’, 30 anni di esperienza nel settore – per trasporti fuori dal nord Italia, abbiamo stretto una convenzione con una compagnia aerea. Risparmiamo noi, e risparmiano le famiglie”. Certosa, piccola impresa con tre dipendenti, per ora e’ riuscita a mantenere i prezzi invariati, in controtendenza con il settore. “Da tre anni – spiega Maurizio – non tocchiamo le tariffe, ma almeno dal 2004 avvertiamo pesantemente il carovita. Una concorrenza spietata ci costringe a tenere bassi i prezzi. In generale ho potuto osservare che i milanesi pagano meno per un funerale, non solo per motivi economici, ma anche per un cambio di abitudini. Se anni fa – conclude Maurizio – l’esigenza era quella di una bella cassa con tante corone, oggi un funerale sobrio da 2 mila euro e’ considerato una soluzione piu’ che dignitosa”.
secondo il mio parere dovrebbe essere tutto a carico dello stato della nostra nazione…pensateci bene..
X Mino,
…E chi lo dice agli impresari funebri con questo vento d’imperante privatizzazione della morte e del lutto? Eppure questi ambiti così delicati dovrebbero esser sottratti ai capricci del dio mercato, convengo con Lei!
Un tempo, infatti, vigenti i vecchi Testi Unici Leggi Provinciali e Comunali, approvati nel periodo di governo fascista, o all’alba del Regno d’Italia (Art. 1 comma 1 punto 8 R. D. n.2578 del 15 ottobre 1925 ora abrogato con l’Art. 35, 12, lett. g) L. 28/12/2001, n. 448) e la stessa provvista dei feretri, oltre all’ovvia realizzazione e manutenzione dei cimiteri (Art. 824 comma 2 Cod. Civile, Art. 51 comma 1 D.P.R 285/90, Art. 91 lett. f) punti 11 e 14 T.U.L.P.C. approvato con R. D. n. 383 del 3 marzo 1934 Capitolo IV R. D. n.2322/1865 e, soprattutto Allegato c L. n. 2248/1865) il servizio cimiteriale, compresa la cura dei sepolcreti, era a carico della fiscalità generale, come confermato dalla più recente Legge n. 440/1987, con cui si ribadiva la gratuità dell’inumazione e della cremazioni, quali servizi pubblici locali (la tumulazione, invece, quale destinazione privata e dedicata per le spoglie mortali è sempre stata a titolo oneroso per il richiedente, poichè si basa su un atto concessorio).
Penso che il mestiere funebre sia trai piu difficili quindi bisogna pagarli bene.
Il mio sogno è di aprire una Impresa funebre, se un giorno riusciro cerchero di fare dei prezzi giusti anche perche è un momento doloroso per i clienti.
Sul giornale di oggi sono stati pubblicati i redditi medi suddvisi per categoria.
E’ emerso che un’agenzia funebre dichiara mediamente 32.500 annui.
Detto questo, tenendo in considerazione che nel milanese i funerali hanno un prezzo medio di 4.000 ma che nella realtà arrivano quasi sempre intorno ai 5/6.000 (servizio e fiori, escluso la parte di architettura monumenti) possiamo die che :
1 – mediamente un’impresa svolge 10 funerali annui ?
2 – un’impresa vive sul sommerso ?
3 – altro ?
4 – quale sarebbe il numero mimino effettivo di funerali necessari per avere un certo ritorno ? 40 ?
Un mio parente di 90 anni, dopo tanti allarmi fortunatamente poi rientrati, è deceduto. Ho avuto tempo ad informarmi sulle varie procedure post mortem. Ho acquistato il loculo (euro 2.600,00) ed ho chiestyo un preventivo ad una onoratissima e ultraventennale Impresa nella cintura di Torino. Prezzo di favore, esclusa la vestizione e la camera ardente allestita presso la struttura sanitaria, Euro 2.500,00 da pagarsi parte in nero (sic).
Fine dei funerali e passaggio in Agenzia.
Il funzionario, con aria viscida, mi spiega solo ora che ci sono tanti extra non compresi. Ad esempio l’iscrizione sulla lapide, di cui pure avevamo parlato, costa altri 510 euro, la valvola del cofano mortuario altri 125 euro e poi… Ho interrotto il distinto e mellifluo Signore, pregandolo di risparmiarsi la lettura delle altre voci. Da una occhiata mi sono parse oltre una decina.
Gli ho suggerito di inviarmi la fattura…poi vedrò il da farsi. Che schifo.
Ho poi ricevuto una lunghissima telefonata con la quale si cercava di convincermi che Cristo è morto di freddo!!!
I funerali sono un bisnes, ma, sentirsi chiedere ventimila euro, minimo, per il rimodernamento di una tomba, che avrà almeno cent’anni è pazzesco!
In cento anni non è mai stato chiesto nulla, ora che mio padre è deceduto, con salma al seguito se lo voglio tumulare devo sborsare almeno 20 euro, dal momento che la tomba deve essere riprogettata e ricostruita secondo norme antisismiche. Provocatoriamente ho chiesto: “Se non lo facciamo? Una volta tumulato, in caso di terremoto, mio padre potrebbe morire??!”
Mi chiedo come mai non sono stati così ligi nei confronti delle costruzioni Aquilane?
un breve commento riguardo al costo dei funerali, il cofano ha una sua incidenza, ma sappiate che alla ditta indicativamente
un cofano economico in larice costa 200 euro, contro i 600 in mogano e i 900 di noce.
salutì
la ristrutturazione può esser imposta solo se sussista l’oggettivo stato di abbandono la cui naturale sanzione è il provvedimento ricognitivo della decadenza (meglio se regolamentata dal regolamento comunale di polizia mortuaria).
Altrimenti l’alternativa può esser la procedura di deroga ex Art. 106 DPR 285/1990 implementata dall’allegato tecnico di cui al paragrafo 16 della Circ. Min. 24/1993.
In pratica per tumulare un nuovo feretro bisogna riattare il sepolcro, adeguandolo alle disposizioni di cui all’Art. 76 DPR 10 settembre 1990 n. 285. Ogni loculo, infatti, deve esser provvisto di diretto accesso alla bara, senza, quindi, dover movimentare una cassa per inserirne o una nuova.
oggi sono stata a Tivoli, mio padre avrebbe dovuto essere seppellito nella tomba di famiglia. per seppellirlo mi hanno detto che devo ristrutturare la tomba di famiglia, alla modica somma di ventimila euro. saluti Laura
E’ la qualita’ del legno della bara ad incidere, in maniera anche determinante, sui costi di un funerale a Catanzaro. Infatti, la differenza tra un minimo di spesa che parte da 2.000 euro e un massimo di 5.000 euro e’ dettata proprio dal legno con cui e’ stata realizzata della cassa mortuaria. Con il costo base, infatti – spiegano alcuni dei titolari delle principali agenzie funebri del capoluogo calabrese – il servizio comprende una bara in Alice, l’affissione dei manifesti e due corone di fiori. Con la scelta del legno di Noce, il costo aumenta, per raggiungere il top con la bara in Mogano, per un costo che si aggira intorno ai 5.000 euro e che comprende anche una maggiore attenzione nei servizi. I prezzi, sottolineano alcuni titolari di agenzie funebri, sono rimasti sostanzialmente stabili negli ultimi tempi e non hanno subito aumenti di rilievo.
Farsi costruire una tomba di famiglia in uno dei cinque cimiteri comunali di Torino costa come l’acquisto di una villetta al mare o in montagna. Ma anche scegliere un loculo, un posto in terra o persino la cremazione nella citta’ della Mole Antonelliana richiede uno sforzo economico “tra i piu’ alti in Italia”. Prezzi lievitati negli ultimi tempi del cento per cento tanto da convincere molti abitanti del capoluogo piemontese a chiedere ospitalita’ in uno dei cimiteri della provincia torinese dove le tariffe sono inferiori anche del 70 per cento. Avere un posto in uno dei cimiteri torinesi tutti gestiti dal primo gennaio 2006 dalla AziendA Farmacie Comunali, AFC Torino Spa e’ diventato infatti un lusso. La morte a Torino pare del resto essere un business redditizio per un gran numero di persone: dal comune alle imprese di onoranze funebri passate da cinquanta di dieci anni fa a circa 130 di questi mesi, anche se le aziende definite “degne di fiducia” sono un centinaio. “Il costo di un funerale pur aumentato del 10 per cento nell’ultimo anno e’ lo sforzo economico meno gravoso rispetto a quanto imposto da tombe, loculi, tumulazioni in terra e persino cremazioni”, ripetono all’unisono gli imprenditori del “caro estinto”. Il prezzo dei loculi nella citta’ sabauda varia da un minimo di 3.462 euro ad un massimo di 5.400 euro in base alla posizione. Chi sceglie la dimora in terra “un tempo la meno dispendiosa”, deve esborsare da un minimo di 1.491 fino a 2.800 euro, differenza anche in questo caso legata alla collocazione. La cremazione, forma in altre parti d’Italia tra le meno costose, a Torino impone un costo di 538 euro per tutti, al quale si deve aggiungere la spesa della collocazione dell’urna con le ceneri del proprio caro: da 692 euro a 1.200 in caso di una celletta comunale, fino a 1.500 se si sceglie il tempio crematorio. Anche chi opta per la dispersione delle ceneri deve versare una “tassa comunale” di 530 euro, cifra che sale a oltre 950 euro se le ceneri vengono portate a casa o sparse fuori dai luoghi previsti nel cimitero. A Torino le tasse comunali inseguono pure chi entra nella tomba di famiglia: le cifre oscillano in questi casi da 759 euro a 1.250 comprensive della visura della tomba, dei 4 necrofori che devono trasportare la bara con la salma e della muratura della tomba. Corsa al “prezzo politico” invece per i funerali dove c’e’ chi pubblicizza “mille euro” per la forma piu’ semplice a tariffe di svariate migliaia per funerali impegnativi. “Difficile parlare di tariffe base – spiega la quarantenne Paola Ramella, titolare della storica “Genta” creata nel 1848 e che a Torino, pur con proprietari deversi, ha accompagnato tutti gli addii dei personaggi piu’ noti compresi Giovannino ed Edoardo Agnelli e i rispettivi padri, l’Avvocato Agnelli e il fratello Umberto. Ultimamente anche Andrea Pininfarina – i costi variano non solo dal legno piu’ o meno pregiato del feretro, ma anche dal tempo dedicato, dall’orario notturno o diurno, dal numero delle persone richieste. Fiori e carri funebri. Escluse, sempre, le tasse comunali”. “Il funerale piu’ semplice – dice Maurizio Danna, titolare de ‘La Piemontese, azienda aperta nel 1949 – comprende il carro funebre, il trasporto della bara da qualunque posto della citta’ al cimitero sempre della citta’, i quattro necrofori, la cassa del legno piu’ semplice”. Qualunque minimo optional comporta un aumento. A suddividere i costi all’insegna della trasparenza a Torino e’ arrivata da una decina di anni l’azienda “Giubileo” che per il “funerale base” chiede circa 1.400 euro. “Siamo l’unica ditta del settore – spiegano i vertici – che aderisce da circa due anni al progetto trasparenza dell’Adoc Piemonte. Le nostre tariffe sono illustrate nei minimi dettagli”. “La spietata concorrenza – ripetono diverse altre aziende – fa si che nella cosidetta tariffa base siano eslusi dettagli suggeriti in seguito come il tavolino firme, il drappo con il nome ed altro che fanno aumentare i prezzi”.”A Torino c’e’ troppa concorrenza – sostengono in tanti – negli ultimi anni sono entrati nel settore persone impreparate che speculano sulla situazione particolare del momento”. Tra le numerose ditte di onoranze funebri c’e’ chi e’ specializzato nei funerali degli extracomunitari che spesso per contenere le tariffe trattengono le salme in celle frigorifere facendo poi dei funerali cumulativi. Dire addio ai propri cari e’ insomma costoso ed anche se la differenza e’ rappresentata da un gran numero di dettagli, le tasse comunali sono inevitabili.