Anche i cimiteri possono essere allegri

Riportiamo, per gentile concessione del sito www.ilreporter.com, l’articolo ivi apparso dal titolo “Romania, nel cimitero allegro di Sapanta“, a firma di Claudio Simbolotti, concernente un reportage sul cimitero allegro di Sapanta, in Romania.

Romania, nel cimitero allegro di Sapanta
di Claudio Simbolotti

Nord della Romania. Regione contadina del Maramures. A soli quattro chilometri dal confine ucraino, immerso in una paesaggio da sogno con dolci colline alternate da campi, prati e boschi, si trova il piccolo villaggio di Sapanta. Poche case in legno, qualche anziana in abiti tipici seduta fuori dai cottage, occasionali carretti trainati dai cavalli e animali che scorrazzano liberi lungo la strada.

ImageE’ in questo luogo, che vi farà compiere un salto indietro nel tempo ricordandovi un mondo ormai scomparso da primi del novecento, che ci si imbatte nel famoso e grazioso “cimitero allegro”. Il camposanto conosciuto in tutto il continente per le croci a legno dipinte che adornano le sue tombe.

Già all’entrata del camposanto, insieme a molti altri visitatori, resterete colpiti da quello che si pone innanzi ai vostri occhi. Simpatia e curiosità si impossesseranno immediatamente di voi con una strana sensazione di allegria e gioia, che generalmente poco si addice ad un cimitero.

Una vicina all’altra, immerse nel verde e nei fiori, vedrete numerose croci in legno di colore blu più o meno intenso. Colore che tradizionalmente rappresenta la speranza e la libertà. Su ognuna di esse è rappresentato il defunto, impegnato a svolgere il suo lavoro, con al di sotto un simpatico epitaffio che ricorda, spesso in tono scherzoso, le sue principali caratteristiche.

Ogni croce narra pertanto una storia diversa e personale e non faticherete a notare persone che svolgono i mestieri tradizionali. Pastori, barbieri, tessitori, contadini sono solo alcune delle professioni che incontrerete nel vostro pellegrinare.

Passeggiate tranquillamente alla circa delle tombe che più vi incuriosiscono ma ce n’è una che non dovrete perdervi assolutamente. Dalla luminosità dei colori capirete facilmente quali le più antiche e quali le più recenti e naturalmente tentate di comprendere le scritte in rumeno o fatevele tradurre, potrete così apprezzare meglio la parte ironica presente in ognuna.

Tutto questo è iniziato nel 1935 grazie all’opera di uno scultore locale. Ioan Stan Patras ha scolpito e adornato queste croci fino al 1977, anno in cui è morto ma non prima di aver realizzato anche la sua lapide con tanto di autoritratto ed ironico epitaffio. Capirete facilmente di quale lapide sto parlando, infatti ai suoi piedi una targa, sempre il legno, riportata la dicitura “creatorul cimitirului vesel”.

Non preoccupati, questa curiosa attività non è cessata con il suo creatore, ma è proseguita grazie ad suo apprendista, Dumitru Pop, che continua a realizzare una decina di croci l’anno utilizzando gli stessi metodi tradizionali.

Che dire, oltre che essere un vero e proprio museo a cielo aperto richiamo per turisti e utile per la comunità, è sicuramente un bel modo per ricordare chi non c’è più, con il sorriso sulle labbra e la spensieratezza nel cuore.

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