A Torino si tira la cinghia

Dopo la lettera firmata dal sindaco Piero Fassino, i vertici delle società controllate dal Comune di Torino sono stati convocati dal vicesindaco Tom Dealessandri per passare dalle parole ai fatti. Non è solo un problema di tagli ai premi che spettano ai dirigenti, ma di riduzione generale del costo del lavoro. “Dobbiamo far fronte ai paletti imposti dal governo — spiega il vicesindaco — la spesa per il personale del Comune e delle partecipate non può superare il 40 per cento del totale”. Pena, in caso contrario, l’impossibilità di assumere. Attorno al tavolo i presidenti di tutte le società che hanno un affidamento diretto del servizio da parte di Palazzo Civico: Smat, Trm, Amiat, Soris, Cimiteri, 5T. Mancavano Iren, quotata, e Gtt, che ha vinto la gara per il trasporto pubblico locale.
Un punto fondamentale secondo l’assessore al Bilancio e al Personale, Gianguido Passoni: “Essendo stato imposto un tetto così rigido — sottolinea — le decisioni prese dalle singole aziende pesano sul quadro complessivo e rischiano di esaurire l’eventuale bonus di assunzioni che il Comune può vantare. Per questo è necessario, oltre alla ricognizione interna all’amministrazione sui fabbisogni, anche una valutazione esterna. Ed ogni nuova assunzione deve essere conosciuta e autorizzata in anticipo”.

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