A Torino si pensa di ampliare il crematorio

Fatto del tutto inconsueto nel panorama italiano, la STAMPA di Torino, ha analizzato con una certa profondità il fenomeno di crescita che sta avvenendo nelle scelte cremazioniste dei cittadini torinesi, forendo ampi dati al riguardo. Nell’immagine una tabella tratta dalla Stampa di Torino, del 17.8.2007, sulla base di dati forniti dal Comune di Torino.

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Si rimanda all’articolo integrale di Alessandro Mondo reperibile cliccando qui, del quale si riporta un brano:

Il moderno concetto di cremazione che da qualche anno sta prendendo piede anche a Torino, superata da altre città (vedi Genova), poggia su un insieme di elementi diversi: semplificazione delle pratiche, igiene, efficienza tecnologica degli impianti. Come si evidenzia in certi ambienti ecclesiastici inciderebbe anche un calo nella devozione e nei riti ad essa correlati.

Ma soprattutto – spiega Antonio Dieni, direttore dei servizi cimiteriali -, la «definitività di una scelta» che si considera per sempre. Niente inumazione, con la paura di disperdere nella terra le spoglie del caro estinto. Archiviata la pratica tristissima dell’esumazione, con l’inevitabile repulsione che accompagna quei momenti: pratica con la quale figli e nipoti devono misurarsi quando la pena per la perdita del proprio caro si è ormai attutita. La «definitività della scelta», si è detto. Per molti versi è lo stesso atteggiamento mentale che ha sancito la fortuna della tumulazione, con riscontri in anni ed aree geografiche precise. Vale per il Meridione d’Italia e più in generale per il bacino del Mediterraneo, dove la sepoltura in terra – contrariamente a quanto avviene nel Nord Europa – non viene considerata prioritaria.

Sempre sulla STAMPA è da citare un altro articolo di Alessandro mondo su “Colle della memoria e prato della quiete, è la Città dei defunti”

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