A Padova progettato al cimitero monumentale un giardino per spargere le ceneri

Il cimitero maggiore di Padova avra’ infatti una zona dedicata allo spargimento delle ceneri. Un giardino circondato da zampilli d’acqua ai piedi di una collina verde, a cui si accedera’ passando attraverso un portale fornito di servizi e panchine che costituira’ il primo esempio in Veneto di edilizia cimiteriale di questo tipo. Sorgera’ nell’area di ampliamento che si raggiunge percorrendo il viale principale, oltrepassando la vecchia cinta muraria: i lavori partiranno ad inizio estate e dureranno 160 giorni. Oltre alla tumulazione dell’urna, esiste infatti anche il rituale dello spargimento delle ceneri. Una possibilita’ prevista dalla legge 130/2001, ancora poco comune in Italia ma che comincia a diffondersi sull’esempio dei Paesi del nord Europa, dov’e’ pratica diffusa. Padova ha scelto di investire in questo senso, decidendo di predisporre nella zona di ampliamento del cimitero monumentale. Il progetto redatto dall’architetto Silvia Dainese, su incarico del Comune, avra’ un costo, come annotato dal Mattino di Padova, di 319mila euro e prevede la costruzione di un portale in cemento che richiama la graniglia ottocentesca del basamento perimetrale del cimitero, attraverso il quale si avra’ una visione prospettica d’insieme dell’opera: una cornice oltre la quale fissare lo sguardo. Sotto il portale, accanto ai bagni, ci saranno panchine e sedute dello stesso materiale. Da qui inizia il giardino costeggiato di alberi a foglie caduche che sale verso una collinetta, sotto la quale sorgera’ la zona di spargimento delle ceneri, delimitata da una vasca in acciaio corten e circondata da zampilli d’acqua che rimarranno in funzione nelle ore di apertura del cimitero, lavando di continuo l’area. Non è noto quando potrà essere utilizzata la zona, visto che la dispersione delle ceneri in Veneto non è ancora permessa.

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3 thoughts on “A Padova progettato al cimitero monumentale un giardino per spargere le ceneri

  1. Credo che il problema inquinamento si risolverebbe evitando la dispersione in un luogo circoscritto. Chi chiede lo spargimento delle proprie ceneri ha un senso di libertà, di solito, che confligge con l’idea di farlo nel perimetro di un cimitero, meglio una montagna, una collina, un fiume. Non capisco tutte queste resistenze: abbiamo da quasi un decennio una legge nazionale che permette la cremazione e lo spargimento delle ceneri e sembra che i Comuni inventino cavilli sempre diversi per limitare le libertà personali rendendo ogni cittadino italiano libero quanto un altro di decidere del proprio corpo dopo la morte.

    1. Ed è proprio sulla legge nazionale che sbaglia. La legeg 130/01 non era immediatamente applicabile (si legga l’articolo 3 comma 1) e quindi ci sono volute tante leggi regionali per attuarla. Se Lei abita inuna regione che non ha ancora legiferato non sono cavilli giuridici dei Comuni, ma semplicemente l’applicazione di una sospensiva finché non sia legiferato in campo regionale. Può leggersi la storia su http://www.crematori.org

  2. Per la dispersione delle ceneri la questione diventa significativa quando in uno stesso giardino si sversino migliaia di ceneri di cremati, dobbiamo, infatti considerare come un’urna contenga circa 3 o al massimo 3,5 Kg di ceneri, comunque esistono raccomandazioni inglesi di non superare un carico di circa 0,7 Kg. per mq./anno, ma la “ratio” della norma è evitare di bruciare il terreno erboso.

    Invece sussistono soluzioni già adottate in altri Paesi (ad es. l’Ungheria, Budapest) con alta incidenza di dispersione delle ceneri (circa 3.000 cremati/anno) dove si utilizza una sorta di dreno formato sotto il luogo dove si disperdono. È un pozzo a perdere, dove le ceneri vengono trascinate per effetto dell’acqua.

    Allego a margine alcune considerazioni tecniche tratte dall’articolo intitolato “Cinerario comune e dispersoio”, di Massimo Cavallotti, pubblicato su ISF n.4/2005.

    Quasi il 5% del ceneri provenienti dalla cremazione è
    calcio, il resto fosforo, potassio,magnesio, sodio e ferro
    oltre metalli pesanti come cromo, rame e zinco.
    I risultati di una ricerca condotta dalle Autorità Olandesi (Ministeri degli Interni e dell’Ambiente) hanno evidenziato che:

    1° La percentuale di nutrimenti è troppo alta. In generale
    i campioni di terreno sotterraneo contengono più
    fosfati, potassio e sodio di quelli presi all’esterno dei
    terreni di dispersione.
    2° Lo strato superiore di tutti i luoghi destinati alla dispersione
    è saturo di fosfati.
    3° Se le dispersioni intensive vengono effettuate per
    un lungo periodo di tempo, i metalli pesanti presenti
    nelle ceneri inquineranno lo strato superiori di 5 centimetri.
    4° Sembra che la concentrazione delle sostanze studiate
    diminuisca in proporzione alla profondità del
    terreno. Questo significa che la maggior parte delle
    sostanze studiate difficilmente si muove in profondità.
    5° Fatta eccezione per il sodio le sostanze non raggiungono
    la falda acquifera. È opinione che la crescita
    di livelli di sodio non sia dannosa per l’ambiente.
    6° Le ceneri disperse sulla spiaggia causano meno inquinamento
    di quelle sparse sulla terra.
    Così il governo Olandese decise di applicare un principio
    in sostituzione dell’affermazione teorica di potenziale
    inquinamento: le ceneri assorbite devono essere
    uguali alle ceneri depositate. Ossia sarebbero
    permesse solo 400 dispersioni per ettaro di terra
    all’anno.

    Chi realizza un giardino delle rimembranze deve, inoltre, curare aspetti sociali ed igienico-sanitari: è, infatti, certamente insensato permettere a terzi di sostare su appezzamento di terra ove si disperdono le ceneri, anche qualora il medesimo presenti barriera protettiva rimane sempre l’aspetto che in una giornata di vento
    le ceneri possano innalzarsi sulle persone in visita al
    cinerario, non sarebbe, poi, molto edificante l’idea di calpestare accidentalmente le ceneri, per questa ragione debbono esser previsti specifici percorsi e camminamenti per accedere all’area.

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