Michele Russi, Vania Pedrotta e Antonella Neri, del Comitato No ai cimiteri privati, hanno aperto a Padova una raccolta firme contro la Memoria srl di Oscar Rossi che alcuni mesi fa, in via Mortise, aveva aperto il secondo Luogo della memoria in città.
Dopo sei inaugurazioni distribuite in tutta la città, l’amministrazione ha modificato il regolamento cimiteriale rendendo abusivo ospitare le urne se non a casa dei parenti o al cimitero.
Ne sono conseguiti due ricorsi. Il primo, accolto dal giudice in prima istanza, della signora Chiara Schiavo che ha fatto appello al tribunale civile per il suo diritto soggettivo a decidere dove sistemare le ceneri del padre. Dopo la sentenza del giudice, che ha dato ragione alla famiglia dell’estinto, l’urna è stata sistemata nel Luogo della memoria di Sant’Osvaldo, ma il Comune ha fatto ricorso.
Nel frattempo anche Rossi ha fatto ricorso al Tar, al tribunale amministrativo per i mancati introiti delle sue attività.
Nella petizione le ragioni del no:
«L’idea di avere dei defunti cremati in zona residenziale, vicino ad altri esercizi commerciali e abitazioni private, incute timore. Dà l’idea di un’attività commerciale
vera e propria. Sembra che le ceneri dei defunti possano trovare migliore collocazione in luoghi appositamente predisposti, peraltro già esistenti nei vari cimiteri cittadini. È giusto che sia il Comune ad occuparsi dei luoghi di sepoltura come servizio ai cittadini».