In questi giorni il Comune di Milano ha diffuso alcuni dati statisticio sulla evoluzione delel scelte dei milanesi in materia di sepoltura e cremazione. Eccole di seguito, anche se non è specificato che parte della crescita dellaq cremaqzione deriva anche dalla scarsa disponibilità di sepolture tradizionali nei cimietri milanesi.
Nel 2001, su un totale di 11mila e 676 funerali celebrati in città, le cremazioni erano già 4mila e 864, ma erano superate da 5mila e 546 inumazioni, mentre le tumulazioni si fermavano a mille e 266. Ma già nel 2004 è stata registrata un’inversione di tendenza: le cremazioni, infatti, sono diventate 5mila e 342 contro 4mila e 867 inumazioni e 424 tumulazioni. Poi, negli anni seguenti, la forbice si è allargata: nel 2011 a Milano ci sono state 7mila e 90 cremazioni (63,8%), 2mila e 972 inumazioni e mille e 47 tumulazioni.
Il servizio funebre della cremazione viene effettuato nel cimitero di Lambrate che è dotato di cinque impianti. Una volta raccolte le ceneri, spetta poi ai familiari eseguire le ultime volontà del defunto o, in mancanza di queste, decidere dove depositare l’urna. Esiste la possibilità di seguire la via classica, ovvero di collocarla in una celletta o in una tomba o edicola di famiglia, seguendo così lo stesso iter della tumulazione.
Nel 2011, la destinazione prevalente delle ceneri è stata:
- la celletta (ha riguardato il 61,9% dei casi).
- la dispersione delle ceneri in apposite aree realizzate nei cimiteri (2%)
- dispersione in natura (1,1%).
- custodia familiare (14,2%)
- e il resto? Il Comune non lo specifica, per cui (è il 20,2%) si suppone presso loculi, tombe esistenti
Se si somma la incidenza dell’affido e della dispersione, si arriva in totale al 17,3%, cioé 1227 urne cinerarie prendono una via diversa dall’uso di una tomba. Rispetto al totale delle sepolture è oltre l’11% (l’equivalente di un cimitero , virtuale, di una città di medie dimensioni)