A Comacchio le nutrie hanno preso il cimitero come loro luogo di abituale frequentazione. E i cittadini del luogo non gradiscono.
Le nutrie non hanno ormai paura di nulla, «quando arriviamo sulle tombe, nemmeno si muovono più. Purtroppo sono tante, troppe ed è difficile eliminarle», dice una delle persone che più si lamenta.
Per contenere il fenomeno sono intervenute recentemente nuove norme, sia a livello nazionale, che a livello regionale, sulle quali si sofferma Stefano Calderoni, ex- assessore provinciale all’agricoltura, ora presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori.
«Il collegato alla legge di stabilità adottato dal Governo ha introdotto recentemente una norma che riporta la nutria a fauna selvatica – spiega Calderoni-, mentre nel 2014 era stata classificata come roditore, specie arvicola, che poteva essere trattata alla stregua di un topo. Le dosi di veleno che in passato potevano essere impiegate per debellare le nutrie avrebbero danneggiato altre specie ed ora l’animale è stato riclassificato come selvatico».
«In passato la provincia demandava agli Atc gli interventi – prosegue Stefano Calderoni – individuando coadiutori formati in modo specifico per azioni di abbattimento pianificate».