A Cesena, suore di clausura mandano lettera di protesta al sindaco

Le clarisse cappuccine del Corpus Domini scrivono al sindaco di cesena: la costruzione del centro commerciale a Ponte Abbadesse sta rendendo invivibile ora e per il futuro la condizione nel convento e chiedono la sospensione dei lavori. Il mega centro commerciale è stato costruito tra il monastero è un cimitero a Cesena, riducendo la zona di rispetto per l’occasione.

La lettera che le suore di clausura hanno scritto la Sindaco è la seguente:

Egregio sindaco, le scriviamo nuovamente in merito alla costruzione del nuovo centro commerciale in prossimità del nostro monastero. Negli ultimi giorni ci siamo rese conto che, a causa dei lavori, il cui rumore rimbomba senza interruzione all’interno del monastero, la nostra vita sta diventando invivibile.

Siamo molto amareggiate che sia stata permessa la costruzione di un supermercato proprio in una zona cimiteriale dove è presente un monastero, e dove dunque si richiede un clima di silenzio. Ogni giorno la gente che sale qui per cercare – come era solita fare – un luogo di raccoglimento e di preghiera, rimane addolorata e scandalizzata per quello che sta avvenendo. Finora il nostro monastero per tanti cittadini è stato una piccola ’oasi’ di pace, anche nei momenti di stacco dal lavoro o per restare qualche ora in preghiera. Ora cosa ne sarà?

Dal 2002 ad oggi non siamo mai state interpellate. Solo nel novembre del 2005, quando per caso siamo venute a conoscenza dell’intenzione di spostare la Conad nella zona prossima al monastero, abbiamo scritto una lettera (24 novembre 2005) all’allora sindaco Giordano Conti, che nella risposta ci parlò di “una struttura alimentare medio piccola, nelle vicinanze del vostro monastero” (lettera del 20 dicembre 2005), per la quale abbiamo esposto la nostra disapprovazione. Nonostante tutto, le nostre richieste sono rimaste inascoltate.

Siamo molto dispiaciute nel vedere come vengono portati avanti questi progetti di interesse economico e puramente materiale, senza che si tenga conto delle esigenze vitali di chi ne sarà danneggiato, dei diritti di cittadini “senza voce” e indifesi quali di fatto siamo noi monache di clausura, che non abbiamo neppure la possibilità di spostarci altrove: come potremo vivere la nostra vita di preghiera con un continuo rumore di un centro commerciale?

Noi siamo qui chiamate dal Signore non per noi stesse, ma la nostra preghiera è un servizio a beneficio di tutta l’umanità e in particolare di questa amata città. Pertanto, confidando nel Suo cuore compassionevole, capace di accogliere le esigenze del nostro vivere quotidiano, chiediamo umilmente la sospensione dei lavori e che venga rivisto il progetto di costruzione del centro commerciale, perché eventualmente venga eretto in una zona più opportuna.

Continuiamo a pregare, affidando alla Madonna questa causa, perché siano illuminati i cuori e le menti di coloro che sono responsabili di questa decisione.

Restiamo in attesa di una Sua risposta.

Fraternamente.

La madre e le sorelle

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