La pubblicazione online Gente Veneta, attiva nell’ambito pastorale della comunicazione e della cultura diocesana, si è soffermata su di un tema di puntuale attualità: la percezione della morte nell’immaginario collettivo dei nostri tempi.
La società odierna tende frequentemente a scindere la vita dalla morte ed a remotizzarla, piuttosto che considerarla come un’evoluzione naturale, un cerchio dove tutto si trasforma, senza inizio né fine.
E così si è meno pronti ad affrontarla ed accettarla, anche se ciò non la renderà meno dolorosa, per chi resta.
Negli ultimi tempi si è però assistito, anche da parte degli stessi “addetti ai lavori”, ad un fenomeno di esorcizzazione più estremo che – connotando il lutto di sfumature di macabro umorismo – sembrerebbe ridurlo ad una dimensione più leggera e frivola, piuttosto che indirizzarlo verso una compiuta e dignitosa elaborazione.
Gente Veneta si interroga sulla necessità di vivere questo momento con maggiore rispetto, piuttosto che con plateali scongiuri e ostentate banalizzazioni, nella consapevolezza che il lutto dovrebbe avere la possibilità di esprimersi decorosamente, nelle sue fasi, per poter arrivare ad una accettazione, che renda più sostenibile ed accettabile – per chi deve continuare la vita – la perdita del proprio caro.
E da ultimo, ma non meno importante, sottolinea che sulla morte non si dovrebbe ridere, anche per una questione di buon gusto…
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