Seconda ondata della pandemia: evidenziato un elevato tasso di mortalità

Seconda ondata della pandemia: evidenziato un elevato tasso di mortalità

Alcuni recenti approfondimenti statistici, pur confermando che la mortalità giornaliera del Coronavirus risulta oggi ancora inferiore, rispetto a quella della prima ondata di contagi, hanno tuttavia evidenziato che il numero di persone decedute – in eccesso rispetto a quelle stimate – potrebbe alla fine essere superiore nella seconda fase della pandemia.
La base dei dati raccolti è costituita dal numero di tutti i decessi – avvenuti per qualsiasi causa – registrato in un campione di alcune delle più popolose città italiane, la cui tabella è stata già pubblicata oggi.
Proprio il 24 novembre 2020 in Italia si sono inoltre registrati 853 decessi imputabili al Covid: il dato più alto della seconda ondata. Nella settimana precedente, inoltre, nell’ultima settimana si sono registrati 77 decessi per milione di abitanti, con numeri addirittura più alti anche di quelli di Usa e Messico, i Paesi maggiormente colpiti in questa fase della pandemia.
L’eccesso di mortalità complessivo è, comunque, anche riconducibile all’emergenza sanitaria in corso, nelle sue implicazioni più generali e, quindi, al di là della pandemia da Covid.
Il sistema sanitario nazionale nel suo complesso si trova, infatti, in una situazione di grande sofferenza e non è nelle condizioni di poter sempre garantire la necessaria tempestività ed attenzione, rispetto ai bisogni medici di tutti i pazienti affetti da patologie importanti e potenzialmente letali, non direttamente riconducibili al Coronavirus.
E questo si traduce, inevitabilmente, in una ridotta efficacia salvifica della struttura medicale ed al conseguente aumento della mortalità complessiva.
Va comunque altresì evidenziato come si sia significativamente ridotto il tempo tra sintomi iniziali e ricovero in ospedale e quanto siano migliorate le capacità diagnostiche e terapeutiche per le infezioni da Covid.
Mentre è sempre più all’attenzione della pubblica opinione la situazione sanitaria e in particolare la carenza di posti letto per ricoveri e di quelli in terapia intensiva, è scarsa la preoccupazione per la situazione funebre, cimiteriale e dei crematori, alle prese con importanti quantità di decessi in gran parte del territorio nazionale, quasi che fosse un problema solo o soprattutto degli addetti ai lavori, quando invece riguarda tutti e in primis le Pubbliche Autorità.

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