Tatiana Golikova, vice prima ministra russa, ha ammesso pubblicamente che il bilancio delle vittime legate al Covid è risultato tre volte superiore, a quanto riportato sinora in via ufficiale.
Nuovi e più recenti dati forniti dal Rosstat – l’ufficio di statistica russo – dimostrano che più di 186.000 russi sono morti a causa del Coronavirus, rispetto ai 55.265 dichiarati ufficialmente dal Paese, evidenziando inoltre che, tra gennaio e novembre del 2020, si sono verificati 229.700 decessi in più, rispetto allo stesso periodo del 2019, l’81% dei quali sarebbero riconducibili al Coronavirus.
In termini globali la Russia avrebbe pertanto il terzo maggior numero di vittime al mondo, superando l’India e dietro solo a Stati Uniti e Brasile.
Il tasso di mortalità relativamente basso, inizialmente comunicato, aveva già sollevato alcuni dubbi nella comunità internazionale, ma lo stesso presidente russo Vladimir Putin era intervenuto spiegando che questo dato era legato al fatto che il Paese aveva gestito la pandemia in maniera ottimale.
Le restrizioni sono state maggiormente blande rispetto a molti altri paesi e la Russia ha inoltre, autonomamente, sviluppato il proprio vaccino Covid, denominato Sputnik V.
Il programma di vaccinazione è cominciato all’inizio di dicembre, rivolto ai lavoratori ad alto rischio, di età compresa tra i 16 ei 60 anni, senza malattie croniche, mentre le persone di età superiore ai 60 anni sono state coinvolte solo a partire dallo scorso fine settimana.
Tuttavia, non esistono ancora dati ufficiali su quante persone siano state effettivamente vaccinate, né le recenti valutazioni statistiche espresse sono state – per il momento – tradotte nei conteggi ufficiali riferiti alla pandemia Covid in Russia.