A Padova, con il parere favorevole dei clinici e del Comitato Etico dell’Ospedale, si è dato vita ad un protocollo, per permettere ai familiari di stare accanto ai propri cari, ricoverati in gravi condizioni in rianimazione per Covid, per un ultimo saluto.
La morte in solitudine è stato uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza pandemica in corso.
Tragico per i malati ed i loro familiari, ma anche doloroso per gli operatori sanitari.
Solo alla tecnologia è stato concesso colmare, seppur parzialmente, il penoso distanziamento, tramite il ricorso a tablet e cellulari.
Si è così ritenuto un atto dovuto garantire una maggiore umanizzazione della struttura ospedaliera, permettendo a figli, mariti, mogli di accompagnare il proprio congiunto nei suoi ultimi istanti di vita, dotati di mascherine, ed apposita bardatura.
L’accesso alla stanza di degenza avviene infatti con l’utilizzo, da parte dei familiari, delle stesse tecniche di protezione previste per medici e operatori sanitari.
Le precauzioni sono ancor più stringenti e vengono precedute da un tampone, per scongiurare ogni possibile rischio sanitario.
L’incontro è limitato ad una persona e circoscritto per durata, ma costituisce comunque un grande passo avanti.
Si tratta del primo caso in Italia e ci si augura che possa essere l’avvio di una procedura, in grado di garantire un contatto tra malato grave, spesso negli ultimi momenti di vita, ed i parenti, anche in tempi di pandemia.