Dopo l’accordo del vertice di Arcore, Silvio Berlusconi cerca di fare digerire la manovra. Ma gli ostacoli si moltiplicano di ora in ora. Anche dentro la maggioranza, dove i Senatori della Lega, scontenti, preparano emendamenti.
Per i Magistrati (Comitato Intermagistrature, il coordinamento dell’Associazione nazionale magistrati e delle principali sigle rappresentative della magistratura contabile e amministrativa, tra cui l’Avvocatura dello Stato:) “E’ incostituzionale il contributo solo per i dipendente pubblici”.
“E’ del tutto evidente – si legge in una nota – l’incostituzionalità di una disposizione con la quale si opera una decurtazione secca del trattamento economico solo dei dipendenti pubblici, in violazione dei principi di eguaglianza e di progressività del sistema fiscale”. In attesa di conoscere nel dettaglio il testo definitivo delle modifiche alla manovra, il Comitato si riserva “l’adozione di iniziative di protesta, nessuna esclusa”, con implicito riferimento a un’eventuale sciopero delle ‘toghe’.
Dalla Cgil arriva la conferma dello sciopero generale del 6 settembre. Durissimo in conferenza stampa il segretario della Cgil Susanna Camusso: “‘Le decisioni prese ieri dal governo sulle pensioni sono paragonabili a un golpe. La norma – ha aggiunto – penalizza tutti i lavoratori maschi di questo Paese”, quelli che hanno fatto il servizio di leva “riceveranno il brillante risultato che quell’anno non vale e dovranno lavorare un anno in più”, mentre quelli che hanno riscattato gli anni dell’università e hanno fatto “un contratto con lo Stato” dovranno “lavorare dai 4 agli 8 anni in più”.
La norma, secondo la Camusso, “è discriminatoria” e può aprire dei contenziosi legali “infiniti”. Il “messaggio che arriva – ha poi sottolineato – è che non ci si può fidare dello Stato. Dopo il vertice di Villa San Martino le ragioni del nostro sciopero generale sono non solo confermate ma anche rafforzate”.
Critico anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: “Soluzione sgradevole. La partita non può chiudersi così”. Tuona ancora il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “”La giustizia di Arcore e di Bellerio è dunque la seguente: non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea”. Per B&B e il governo inizia il percorso di guerra.