Una gestione neutra delle camere mortuarie ospedaliere

Da alcuni anni Lorenzo Toselli, imprenditore piemontese, gestisce attraverso una società di servizi, numerose camere mortuarie di strutture ospedaliere della regione Piemonte. In seguito all’operazione di Polizia, denominata Caronte, che il 16 ottobre 2008 decimò con 41 arresti, le camere mortuarie di numerosi ospedali milanesi, ottenne in gestione dagli ospedali Niguarda e San Carlo, le rispettive camere mortuarie. Toselli da subito si dimostra inflessibile nell’impedire alle imprese di onoranze funebri di condizionare nuovamente il mercato, escludendo di fatto la sistematica caccia al “morto”, ben pagata con laute mance ad operatori sanitari infedeli. Minacce, intimidazioni, danneggiamenti ai suoi mezzi e forti pressioni, lo costringono ogni sei mesi a cambiare abitazione. E inoltre diverse persone, con il miraggio di lavorare in luoghi dove si possono fare soldi facili o dipendenti di pompe funebri in incognitom a lui si rivolgono sperando in uan assunzione. Invece i criteri di seòezione che adotta sono ferrei. Queste e altre denunce, come il video dell’inetrvista, sono presenti sul sito www.sos-racket-usura.org

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0 thoughts on “Una gestione neutra delle camere mortuarie ospedaliere

  1. Egregio Sig. De Chiara,
    al di là del tono che Lei usa nei miei confronti,che sicuramente non è apprezzabile, mi permetto di suggerirLe di riascoltare l’intervista.Se Lei ravviserà riferimenti alla sua persona ed alla sua categoria, me li riporti integralmente.

    Per quello che riguarda quello che io vado spargendo per il mondo Le ricordo che io ho partecipato ad un appalto pubblico con gara telematica, e che se la mia ditta entra a lavorare negli ospedali è perchè ha una storia molto chiara ed una professionalità riconosciuta da molte strutture pubbliche di primaria importanza piemontese e lombarda.

    Se Lei poi è una persona onesta e volenterosa io sarò ben lieto di segnalare al mio responsabile del personale il suo nominativo e senza alcun dubbio , se sarà suo interesse, le fisseremo quanto prima un colloquio di lavoro…. ed eviti di ricordarmi nelle sue preghiere che sinceramente andrebbero rivolte a qualche cosa di più importante che di me.

    Lorenzo Toselli

  2. rho lombardia. sono un oss, dipendente della salvini e lavoro in camera mortuaria. sono una persona onesta, che ha sempre fatto il suo lavoro con scrupolo, al meglio possibile e con due colleghi ( ce ne sarebbero voluti altri tre per una giusta turnazione) abbiamo tenuto in piedi il servizio senza mai un problema. adesso entrerà questo Toselli e con quella testa io perderò il lavoro benchè sia uno dei pochissimi in grado di fare assistenza durante le autopsie ( tra l’altro la Salvini non mi ha mai pagato un centesimo nè ha riconosciuto questa professionalità con un qualche attestato) perciò dal 1 ottobre poichè io sono l’unico con contratto a termine sarò a spasso e a 54 anni le chance di un altro lavoro praticamente non esistono. domanda sig.Toselli è contento di quello che va spargendo per il mondo? queste accuse coinvolgono indistintamente tutti gli operatori, compresi quelli che si sono fatti finora un mazzo tanto.. e si ritrovano senza lavoro e cosparsi di fango perchè lei deve difendere il suo ingresso in questo mondo….grazie toselli mi ricorderò di lei nelle mie preghiere, tutte le sere… a proposito: ci è toccato lavorare- ribadisco LAVORARE, non rubare o rapinare_ sempre sotto minaccia di denuncia di non si sa bene che…speriamo che ora sia finita per i nuovi dipendenti visto che c’è lei a difenderli, non appena smetterà di nascondersi..

  3. Tratto da il Fatto quotidiano dell’8 settembre 2010
    Chi minaccia Frediano Manzi?
    Frediano Manzi è uno di quei tipi umani che difficilmente riesce a farsi voler bene dalla politica: parla troppo, scrive nomi e cognomi e spesso finisce per mettere il dito nelle piaghe di una Milano che preferirebbe non sapere. I nemici di Frediano non funzionano per scrivere di epopee mafiose: stanno nell’arroganza di periferia dei Tatone a Quartoggiaro o nelle ciabatte unte dei Pesco-Cardinale e nei polsini bianchi del “cartello” delle pompe funebri milanese che riesce ad avere lo stomaco per pasteggiare anche sui morti. Boss mica buoni per farci una copertina, piuttosto quattro guappi sgarruppati che sembrano non interessare a nessuno. Nonostante loro siano molto interessati a Manzi. Aggiungiamoci anche Frediano non ha imparato in fretta e bene la postura elegante, sempre spettinato e di corsa nel cuore dei quartieri di Milano.
    Frediano Manzi (e la sua associazione) non è stato minacciato ieri. Frediano Manzi è stato lasciato solo da un pezzo, supportato solo da qualche volontario e circondato dai politici nel tempo di una telecamera. Ha chiesto una sede e ha ottenuto qualche straccio di comunicato stampa, ha chiesto una mano per distribuire i propri questionari e si è sentito rispondere che bisognava capire quanti voti portassero, ha provocato ed urlato e si è meritato al massimo qualche querela. Frediano Manzi non lamenta minacce dalla mafia, Frediano Manzi è stato lasciato solo dalle istituzioni. Quando l’ho conosciuto qualche anno fa mi sono sempre chiesto chi glielo facesse fare, cosa avesse da guadagnarci. Nulla.
    Sai, Frediano, ce lo siamo detti spesso che quello che conta a Milano è essere chic e non rompere alle persone sbagliate. E so benissimo che ormai la lezione non la impari più. Ma non preoccuparti, vedrai che alla fine l’odore di elezioni su Milano trasformerà tutti (da una parte e dall’altra) in paladini in tua difesa almeno fino al ballottaggio. Così almeno riusciremo a non lasciare in pace queste quattro fecce sparse per la città. Almeno fino alla prossima inevitabile parentesi di minacce e solitudine.

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