Modena, sabato 24 settembre 2016: riposeranno per sempre in cattedrale le salme dei due ultimi Arcivescovi: S.E. Mons. Antonio Lanfranchi e S.E. Mons. Benito Cocchi, deceduti, a breve distanza l’uno dall’altro negli scorsi mesi.
La solenne cerimonia di traslazione si è tenuta in un assolato mattino preautunnale, con grande partecipazione dei fedeli e del popolo modenese tutto, come può anche evincersi dal seguente VIDEO.
I due feretri (visivamente in ottime condizioni e senza nessun segno di affaticamento meccanico) precedentemente tumulati, in via provvisoria, presso il civico cimitero monumentale di San Cataldo, dopo il saluto, di rito, delle autorità cittadine (Sindaco e Prefetto) sono state accolte in Duomo da un’ordinata processione guidata e condotta dall’attuale Arcivescovo di Modena Mons. Erio Castellucci. La funzione religiosa è culminata con la celebrazione della liturgia eucaristica, presieduta sempre dal Vescovo.
Il sepolcro ipogeo, costruito cioè sotto il piano di calpestio, è stato ricavato nella navata di sx, rispetto alla facciata della chiesa (la stessa dove è stata deposta Luisa Guidotti Mistrali, medico missionario modenese, deceduta, in situazione tragica, nell’anno 1979 nell’adempimento del proprio servizio apostolico), poco prima dell’imponente scalone che conduce, dal pontile soprelevato al presbiterio ed alla sacrestia. Questa soluzione logistica si è resa necessaria per non turbare il delicato assetto della cripta, già interessata nei secoli scorsi da numerose tumulazioni dei presuli incardinati presso la diocesi di Modena.
La cella sepolcrale, costituita da vasca in cemento armato, presenta una parete verticale di separazione tra le casse, formando due distinti vani, come per altro richiesto dalla vigente normativa di polizia mortuaria. Sotto il profilo più squisitamente tecnico la sepoltura in ambiente extracimiteriale (in buona sostanza entro edifici pubblici) è conosciuta con il nomen juris di tumulazione privilegiata ed è regolata nel principio dall’Art. 341 Testo Unico Leggi Sanitarie, implementato, a sua volta nel procedimento amministrativo, dall’Art. 105 del Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria, senza poi dimenticare, nell’ambito ecclesiastico, la norma di cui all’art. 1242 del Codice di Diritto Canonico, il quale, però, non regola un’acquisizione di potestà delle spoglie mortali in capo a soggetti terzi, rispetto ai familiari.
De jure condito, dall’1.1.2001, a seguito dell’emanazione del d.P.C.M. 26 maggio 2000, le originarie competenze del Ministero della salute (ex Ministero della sanità) devono intendersi trasferite alle regioni a statuto ordinario. Alcune regioni, tra esse anche la Regione Emilia-Romagna, hanno subdelegato alcune di queste ai comuni, in forza dell’art. 3 comma 5 D.Lgs n. 267/2000.
Pertanto la titolarità all’autorizzazione alla tumulazione privilegiata delle spoglie mortali dei due Vescovi è della Regione Emilia-Romagna, ovvero del sindaco se i compiti ex art. 105 d.P.R. n. 285/1990 sono stati delegati ai comuni, come appunto succede in Emilia-Romagna, per effetto dell’art. 6 comma 2 Legge Regionale 29 luglio 2004 n. 19.
Per autorizzare la tumulazione privilegiata è stato, quindi, necessario riferirsi agli standards procedimentali definiti dalla Regione Emilia-Romagna, o in loro difetto dal regolamento comunale di polizia mortuaria.
In ogni caso occorre, pur sempre avanzare una richiesta in carta resa legale indirizzata al sindaco ed accompagnata dalla seguente documentazione: – estratto dell’atto di morte del defunto; –biografia dell’estinto illustrativa dei meriti per cui si richiede la tumulazione fuori dal cimitero; – nulla osta dei familiari; – nulla osta della competente autorità ecclesiale; – verifica ed accertamento dell’idoneità del sepolcreto alla tumulazione da parte dell’Asl competente per territorio (salvo diverse disposizioni regionali).