L’Atif di Torino (l’associazione provinciale di imprese funebri di quel territorio con 33 imprese associate) dichiara guerra all’accaparramento dei funerali i n forma illecita, quel «deprecabilissimo malaffare – come lo definisce il presidente Ferruccio Benozzo – che più volte ha visto magistratura e forze dell’ordine intervenire nei confronti di addetti ospedalieri e di imprese funebri, ritenuti colpevoli di aver teso una rete di segnalazioni illecite in merito ai decessi in corsia». L’Atif è nata due anni fa ed è aderente all’Ascom. «Non vogliamo più passare, per colpa di pochi disonesti, come un branco di avvoltoi o una gang di banditi senza scrupoli – dice Benozzo – La stragrande maggioranza del nostro settore è costituita da seri professionisti che da decenni lavorano onestamente e penso sinceramente che anche molti di coloro che in passato hanno sbagliato, oggi, dopo aver chiuso i conti con la giustizia, si comportino in maniera del tutto lecita». E cosa ha pensato l’ATIF? Di fornire agli ospedali che aderiscono alla iniziativa trasparenza un software con cui «inserendo (in forma anonima) i decessi avvenuti in un determinato lasso temporale, relativi reparti di degenza e nominativi delle imprese funebri coinvolte, è data la possibilità di elaborare una serie di dati da analizzare sotto tutte le angolazioni possibili e sicuramente utili a individuare eventuali anomalie». Hanno aderito fino ad ora l’ospedale Martini, in cui negli ultimi due anni non sarebbero stati rilevati comportamenti illeciti, il Maria Vittoria, l’Amedeo di Savoia e il Giovanni Bosco. Mancano ancora Molinette e Mauriziano e a proposito il commento di Ferruccio Benozzo si lamenta: «Sinceramente stupisce che due grandi strutture ospedaliere, in passato fra l’altro pesantemente colpite dagli scandali del caro estinto, esitino a collaborare con un’associazione di categoria che propone un’iniziativa utile a tutte le parti in gioco. Ricordiamo bene tutti come, in occasione di quegli scandali, i vertici degli ospedali abbiano sempre rilasciato roboanti dichiarazioni ai giornali. Lascia quindi perplessi che quando si offre loro di passare dalle parole ai fatti, temporeggino o addirittura dimostrino il loro più totale disinteresse».
Come mai gli aderenti all’Atif non sanno che i dati sono già disponibili presso gli uffici comunali (polizia mortuaria o stato civile) e che gli enti preposti a tali controlli (che non fanno) sono i comuni che rilasciano le autorizzazioni all’esercizio dell’attività?
salve, sono un operatore funebre della sicilia, approvo questa ottima iniziativa e concordo con Antonio.
L’ennesimo schifo di chi vuol far soldi alle spalle degli onesti, per di più senza alcun rispetto dei vivi e dei defunti.
Ottima iniziativa, ben vengano iniziative simili anche in altri settori dove la concorrenza sleale domina a dispetto dei soliti “stupidi” che lavorano e operano eticamente….aimè rimettendoci in commesse.