Sviluppi nella indagine sul caro estinto a Reggio Emilia

Nuovi sviluppi nella vicenda dei presunti episodi di corruzione che sarebbero avvenuti all’obitorio del Santa Maria Nuova a Reggio Emilia. Episodi per i quali 14 persone risultano indagate per associazione a delinquere finalizzata alla concussione: si tratta di tre dipendenti dell’azienda ospedaliera, addetti alle camere mortuarie, e undici tra titolari e addetti di cinque imprese di pompe funebri.
Il tribunale del riesame di Bologna ha infatti parzialmente accolto il ricorso del sostituto procuratore Maria Rita Pantani contro l’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari Giovanni Ghini aveva respinto le richieste di custodia cautelare per gli indagati.

Partita nell’autunno di un anno fa e condotta dai carabinieri di Castelnovo Monti, coordinati dalla dottoressa Pantani, l’indagine avrebbe portato alla luce un giro di ‘mazzette’ pagate dalle agenzie di pompe funebri ai necrofori dell’ospedale: fino a 100, 200 euro perchè ‘suggerissero’ alle famiglie dei deceduti quali imprese utilizzare per i funerali.
I militari dell’Arma si sarebbero serviti anche di intercettazioni ambientali per poter accertare quanto avveniva all’interno delle camere mortuarie dell’arcispedale. A febbraio c’era stato anche un blitz e i tre addetti erano stati portati in caserma e interrogati.

Per il tribunale della libertà sarebbero giustificati gli arresti domiciliari per tre necrofori e un impresario, mentre per cinque altri imprenditori vi sarebbe l’obbligo della firma.
Doveroso il condizionale, visto che al momento i difensori delle persone coinvolte attendono la motivazione della sentenza bolognese per poter far ricorso in Cassazione. Tutti gli indagati restano dunque liberi.

Alla base dell’inchiesta della magistratura reggiana ci sarebbe stato un esposto di una delle imprese danneggiate da questo giro di corruzione che sarebbe andato avanti da tempo.

Fonte: www.telereggio.it

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