Sequestro di beni per 150 milioni di euro ad impresario funebre in odore di camorra

I carabinieri hanno eseguito tra Napoli e provincia (ma anche Sulmona e L’Aquila), un decreto di sequestro beni per 150 milioni di euro nei confronti di Salvatore Esposito, di 59 anni. L’imprenditore, detto "’o schiattamuorto", secondo la ricostruzione degli inquirenti, grazie al clan Moccia, tra i più forti dell’area Nord di Napoli, avrebbe gestito in un regime di monopolio l’attivita’ di pompe funebri tra Casoria e Afragola. Sono stati apposti sigilli a 61 immobili e 15 magazzini, 3 imprese di onoranze funebri, una società immobiliare, beni aziendali e 100 veicoli intestati a Esposito, a sua moglie, alla figlia e al nipote, tra questi una carrozza, macchine di lusso tra cui Rolls Royce, Bentley e Maserati.
Salvatore Esposito e’ stato arrestato il 12 giugno 2013 per associazione a delinquere di stampo mafioso, illecita concorrenza, estorsione e fraudolento trasferimento di beni.
L’indagine della Dda era partita da un servizio delle Iene e gli inquirenti hanno scoperto un monopolio dei funerali perchè le ditte concorrenti avevano paura di possibili ritorsioni dei clan per una loro eccessiva presenza sul mercato. Questo avrebbe fatto lievitare anche i costi dei singoli funerali in quanto i prezzi erano anche il doppio rispetto a quelli di mercato, tanto i cittadini di Casoria, non avevano altra scelta.
Le indagini hanno inoltre ricostruito fatti di sangue gravi tra i quali un omicidio di un imprenditore concorrente di Esposito. I profitti di Salvatore Esposito erano di circa 10 milioni di euro all’anno. Una parte di questi soldi, secondo la ricostruzione della Dda di Napoli, sarebbero finiti in aziende del Nord Italia.

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