Una donna si è recata alla camera ardente dell’ospedale di Montecchio, in provincia di Reggio Emilia, per l’ultimo saluto al padre defunto ma nella bara, con i vestiti del padre, ha trovato la salma di uno sconosciuto. L’errore sarebbe imputabile all’impresa di pompe funebri che avrebbe scambiato i corpi di due pazienti, deceduti lo stesso giorno. Questa sembra la ricostruzione più probabile alla luce della nota con cui l’AUSL chiarisce lo svolgersi dei fatti. La direzione dell’Ausl informa infatti, in una nota, ‘che i pazienti deceduti presso i reparti dell’ospedale, dopo il periodo di osservazione, vengono trasportati alle camere ardenti dal personale ospedaliero’. A tutti i pazienti, infatti, al momento del ricovero viene messo un braccialetto con il nome e il cognome che non viene mai tolto. Il braccialetto, che «non viene mai rimosso dal personale ospedaliero durante il ricovero – sottolinea l’Ausl – viene tolto dal personale delle imprese di pompe funebri nella fase di preparazione della salma, che si svolge nella sala vestizione della camera ardente’. ‘L’errore che si è verificato alla camera ardente – chiarisce l’Ausl – non è pertanto responsabilità del personale sanitario dell’ospedale di Montecchio’.