Si è chiusa con 18 rinvii a giudizio, 23 proscioglimenti e una condanna in abbreviato l’udienza preliminare della maxi-inchiesta sul ‘caro estinto’ con al centro un sistema di mazzette che per anni avrebbe riguardato agenzie funebri e diversi ospedali della Capitale, tra cui il San Camillo, il Sandro Pertini, il Sant’Eugenio e il Cto che si sarebbero spartiti il ‘mercato’ delle pompe funebri. A processo (che si aprirà il 12/2/2019) vanno tra gli altri il patron dell’agenzia di onoranze funebri Taffo, Luciano Giustino, i figli Daniele e Alessandro, l’ex parlamentare Domenico Gramazio e il figlio Luca. Fra i rinviati a giudizio anche alcuni ex dirigenti di Asl mentre è stato assolto l’ex consigliere regionale del Gruppo Misto Antonio Paris. L’udienza è fissata per il prossimo 12 febbraio.
Per i Taffo le accuse sono di associazione a delinquere e corruzione, mentre il patron Luciano è accusato anche di abuso di ufficio in merito a un caso con l’ospedale San Camillo. Domenico Gramazio e il figlio Luca, già condannato in appello a 8 anni e 8 mesi al processo per Mafia Capitale, sono invece accusati di corruzione elettorale. In un caso ‘Gramazio jr’ avrebbe ricevuto soldi dai Taffo per la sua campagna elettorale come candidato alla Pisana nel 2013 e in cambio avrebbe assicurato ai titolari dell’agenzia funebre un contratto con l’Istituto neurotraumatologico italiano per le sedi di Grottaferrata e Canistro.