Su ‘Le Monde Diplomatique’ di novembre 2008 c’è un reportage di Anne Vigna, dove tra l’altro si racconta che impiegati delle pompe funebri (24 ore su 24) girano per il Messico in attesa che una centralinista li informi che in qualche paese qualcuno è stato ucciso, “fatto a pezzi, rinchiuso in un sacco della spazzatura e gettato da un ponte”. Dopo mezz’ora sono lì, a trattare coi parenti: ricomposizione e vestizione delle salme, forniture floreali, cofani, necrologi, camere ardenti.