Regola numero uno: libertà d’informazione

Il segretario di Federcofit attraverso un suo scritto “Coronavirus: Funerali.org spara sul pianista“, pubblicato senza data su Hermes Funeraria (leggi https://www.hermesfuneraria.eu/?p=3815) ha posto due domande, a cui – forse con meno sentimentalismo e più obiettività – forniamo risposta:

  1. per quale motivo un organo informativo (del settore funebre) dovrebbe trascrivere una affermazione così decisamente e platealmente denigratoria nei confronti della stessa categoria che dovrebbe difendere.”

Cominciamo col chiarire che www.funerali.org è un sito web rivolto non solo agli operatori professionali del settore funebre e cimiteriale, ma ad una vasta platea di utenti, essendo il sito web più seguito del settore funerario italiano, con oltre mezzo milione di accessi annui. La stessa [Fun.News] è un’agenzia di informazione che ha più duemila affezionati lettori.

Chiariamo inoltre che al momento della pubblicazione della [Fun.News 3593] non ci risultava alcuna smentita del colonnello Storoni. La stessa notizia è stata tratta, quanto al virgolettato, dall’articolo su www.lavocedivenezia.it, del 31/3/2020 (https://www.lavocedivenezia.it/ceneri-defunti-tornano-alle-famiglie-grazie-ai-carabinieri-e-una-scelta-ma-siamo-vicini-alle-persone/), e dal Corriere della sera (https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_29/coronavirus-comandante-che-smista-bare-il-nord-pieno-tento-toscana-2a6c96a8-71ea-11ea-b6ca-dd4d8a93db33.shtml). Pertanto, a nostro avviso, chi è da difendere è chiunque si rivolga ad un’impresa funebre per un servizio e, allo stesso tempo, chi tra le imprese funebri opera correttamente.

  1. A tutt’oggi, non ci risulta alcuna smentita del colonnello Storoni, fatta con i sistemi che vigono nell’editoria, cioè a mezzo stampa, meglio se sullo stesso organo di informazione. E, comunque, le parole attribuite dal Salvalaggio allo Storoni, non smentiscono tutto quanto riportato dai giornali. Quando leggeremo la smentita non avremo alcun problema a riportarne la notizia. Si, perché forse è sfuggito a chi è poco avvezzo al giornalismo, che la notizia era proprio quella da noi riportata nel virgolettato della [Fun.News] e cioè che un colonnello dei Carabinieri, nel bel mezzo di una epidemia di questa portata, denunciava che vi era qualche, sottolineiamo qualche, impresa funebre che ne approfittava. E che era l’Arma che si faceva carico del recupero delle urne cinerarie, per non gravare sui familiari. Se questa non è una notizia giornalistica ci si dica cosa è?
  2. Nella redazione di funerali.org siamo abituati ad analizzare i fatti, anche quelli apparentemente negativi, a valutarli e a trarne degli insegnamenti. È indubitabile che, nonostante l’impegno delle imprese funebri bergamasche, esse siano state soverchiate da una mole di servizi per loro, da sole, impossibile da sostenere, al punto che sono dovuti intervenire mezzi militari per trasferire centinaia di feretri. Ciò deve far riflettere su come progettare un sistema funebre capace di affrontare anche shock epidemici, fino ad una certa scala e a sistemi di mutuo aiuto da far partire quando sia necessario.
  1. E veniamo al punto politico della questione. Si può e si vuole affrontare una discussione sulle cose che non hanno pienamente funzionato e, quindi sulla difficoltà di garanzia del servizio funebre in tempi emergenziali, con l’attuale sistema funebre e cimiteriale italiano? Non ci risulta che i responsabili della sanità si stiano sottraendo al dibattito che proprio in questi tempi emerge sul modello sanitario regionale (non si vuole qui entrare nelle differenze tra regioni). Né ci risulta che i responsabili di cimiteri e crematori si sottraggano al dibattito sulle difficoltà di affrontare questi shock di mortalità, nonostante apprezzamenti e più o meno velate accuse di inefficienza che lasciamo ai lettori giudicare (Vedi https://www.comune.milano.it/-/coronavirus.-chiusura-temporanea-del-crematorio-di-lambrate, Vedi https://tgfuneral24.it/2020/04/05/coronavirus-lultimo-viaggio-dei-feretri-da-milano-a-civitavecchia/ Vedi https://www.ilgiornale.it/news/milano/coronavirus-l-ultimo-viaggio-milano-civitavecchia-1850198.html Vedi https://www.funerali.org/contributi/covid-19-ad-esser-in-difficolta-e-anche-il-sistema-funerario-italiano-53569.html)
  1. Noi riteniamo che la società civile, oltre alle imprese funebri, debba poter valutare se il modello imprenditoriale funebre contenuto in recenti progetti di legge sia proprio così efficiente. Di sicuro il consorzio di servizi nelle aree urbane è più economico dell’impresa strutturata; di sicuro è in grado di condizionare il mercato con l’aggregazione forzosa o il condizionamento di piccole realtà. Ma può essere in grado di assorbire shock di mortalità? Non certo di questa portata, ma di portata più limitata occorre che lo sia. Come si noterà è lo stesso dibattito che è in corso sulla sanità pubblica sul ruolo del sistema pubblico e di quello privato in situazioni di emergenza e dei tagli delle risorse avvenuti negli ultimi anni.
  2. Avremmo avuto piacere di leggere riflessioni ben più razionali e argomentate. Questo si aspetta il settore funebre, non certo la difesa d’ufficio di qualche “mariuolo” o la critica, a nostro avviso del tutto immotivata, a chi fa corretta informazione.
  3. Perché il segretario della Federcofit non si è subito dissociato pubblicamente da fatti, che se veri, gettano veramente discredito sull’intera categoria, quella sana? E, visto che al segretario della Federcofit difetta proprio l’informazione, che ne dice di leggersi questo articolo (tratto dal Corriere della Sera https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_29/coronavirus-comandante-che-smista-bare-il-nord-pieno-tento-toscana-2a6c96a8-71ea-11ea-b6ca-dd4d8a93db33.shtml). Alla domanda: E le imprese di pompe funebri?” il colonnello Storoni risponde “«Si tratta di una criticità sotto vari aspetti. Da una parte hanno avuto un alto numero di contagi che li costringe a lavorare a ranghi ridotti. Dall’altra abbiamo scoperto comportamenti poco corretti da parte di alcune agenzie. Ne abbiamo fermate tre che volevano portar via le bare con mezzi di fortuna. Sono stati denunciati. In altri casi abbiamo notato un aumento dei prezzi. In questi frangenti emerge la nobiltà d’animo di alcuni e la bestialità di altri».
  1. Purtroppo, non mi risulta che questo virgolettato sia stato smentito. E dico purtroppo perché conosco tra gli impresari funebri tanta gente di valore e ho buoni e cari amici, persone capaci che si sono prodigate come non mai anche in queste circostanze. Per cui il segretario della Federcofit – e lasci stare il cappello – farebbe meglio a documentarsi prima di criticare senza giustificato motivo un organo di informazione come www.funerali.org.

Ing. Daniele Fogli

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