Questura di Napoli attacca il racket del caro estinto in città: 45 persone coinvolte

La squadra mobile della Questura di Napoli sta dando esecuzione a un’ordinanza cautelare nei confronti di 45 persone, nei cui confronti si procede per vari reati, che vanno dall’associazione per delinquere al falso in atto pubblico e alla corruzione. Il blitz e’ scattato questa mattina all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli-Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione. Destinatari dell’ordinanza dipendenti cimiteriali, medici legali, titolari e dipendenti di imprese funebri.

L’ordinanza, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, ha in particolare disposto la custodia cautelare in carcere per tre indagati, gli arresti domiciliari per 15 e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per i rimanenti 27. Le indagini, spiega una nota della Procura di Napoli, sono state avviate negli ultimi mesi del 2009 sulla base di alcune segnalazioni che hanno evidenziato l’esistenza di una diffusa corruzione tra il personale impiegato nei cimiteri e quello infermieristico in servizio negli ospedali, che intascavano mazzette da alcuni gestori di imprese di onoranze funebri.

L’attivita’ investigativa svolta, anche attraverso intercettazioni telefoniche, ha svelato anche l’esistenza di un ulteriore fenomeno di corruzione, con il coinvolgimento dei medici dell’Asl incaricati di constatare i decessi e di redigerne i certificati necroscopici.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i medici legali, beneficiando di compensi non dovuti, redigevano il certificato necroscopico sulla scorta delle indicazioni, spesso fornite solo telefonicamente, dagli addetti delle imprese funebri, omettendo comunque di visionare le salme, in tal modo vanificando il potere-dovere dello Stato di verifica sulla causa dei decessi e di accertamento di eventuali ipotesi di responsabilita’ di terzi.

Altra ipotesi corruttiva ha riguardato gli infermieri addetti alle camere mortuarie degli ospedali che, previo compenso, spiega la Procura, erano soliti avvisare e assistere le imprese funebri compiacenti affinche’ si aggiudicassero i servizi funebri dei pazienti deceduti.

L’ipotesi di responsabilita’ sono emerse anche a carico di alcuni dipendenti comunali addetti al servizio di polizia mortuaria che percepivano compensi non dovuti per eseguire le fasi conclusive delle esequie, ovvero quelle relative alla sepoltura o tumulazione delle salme. Tutte le somme illegalmente elargite sono state successivamente contabilizzate dalle imprese funebri a carico dei congiunti delle persone decedute sotto la generica voce ‘spese cimiteriali’.

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  1. Veniamo a conoscenza e pubblichiamo:
    A nome dell’A.I.F.C. ( Accordo Intersindacale delle Imprese Funebri della Campania, aderente alla RETE PER LA LEGALITÀ ), che vede insieme l’ACITOF-FENIOF, la LAIIF-CONFESERCENTI e la FEDERCOFIT, il suo portavoce Luigi Cuomo esprime “vivo e profondo apprezzamento alle forze di Polizia e alla Procura della Repubblica di Napoli” e confida “in un rapido svolgimento del processo nel quale saremo sicuramente costituiti parte civile”.
    “Questo settore delicato e importantissimo delle attività cimiteriali e funerarie – ha ribadito Cuomo – è da troppo tempo inquinato da personaggi ed interessi che non hanno nulla a che fare con le onoranze funebri dei defunti e con gli elementi di trasparenza, competenza, professionalità e legalità che dovrebbero, invece, essere i principi sacri sui quali fondare le regole basilari di ogni attività economica. Fenomeni gravi di infiltrazione malavitose si registrano anche nella provincia di Napoli dove auspichiamo interventi efficaci di controllo e prevenzione.””In questo momento – ha aggiunto Alfonso Cesarano, delegato dell’AIFC – auspichiamo maggiormente che la recente iniziativa della Commissione regionale anticamorra, tesa ad adeguare la normativa regionale di riferimento, giunga rapidamente in porto e contribuisca a facilitare la liberalizzazione e la corretta concorrenza tra imprese regolari oltre che affermare il principio di legalità cui si è ispirato il nostro accordo sindacale”

  2. Veniamo a conoscenza e pubblichiamo le seguenti dichiarazioni di Vincenzo Ruggiero, segretario cittadino di Napoli dell’Italia dei valori.

    “E’ a tutti nota l’antica tradizione che lega i napoletani al culto dei defunti. Questa nobile e antica cultura napoletana e’ stata piu’ volte violentata da intrecci perversi che hanno impedito persino degne e civili sepolture. Dagli spazi per gli interri, al trasporto, fino alla costruzione e manutenzione delle edicole funerarie hanno visto il prevalere di interessi economici, anche illegali, e collegati alla criminalita’ organizzata”.
    “Ne hanno fatto le spese i cittadini che si sono visti via via privati anche di questo rito – aggiunge -. Purtroppo, le istituzioni religiose, come le amministrazioni che si sono susseguite non hanno prodotto le azioni necessarie atte a contrastare questa deriva. L’azione della magistratura di queste ore va pienamente sostenuta ma nel contempo va sottolineata la necessita’ di accelerare in direzione del ripristino della legalita’ e della trasparenza in un ambito spesso dimenticato ma cosi’ importante per i napoletani”.
    “Anni fa, il Consiglio comunale istitui’ una commissione d’inchiesta. I risultati furono discussi in Consiglio e le relazioni consegnate all’allora procuratore capo – spiega l’esponente Idv -. Purtroppo quello sforzo non e’ stato premiato da fatti concreti. Siamo certi che l’amministrazione de Magistris ed il Consiglio comunale tutto sapranno affrontare ed indirizzare ad una soluzione anche questa questione”

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