Su 70 imprese funebri solo 5 risulterebbero in regola a Napoli. Mentre in tutta la regione Campania su 450 meno di 10 sono autorizzate. Sono i dati forniti nella sede di Confesercenti Campania dai rappresentanti dell’Osservatorio per la legalità delle attività funerarie e cimiteriali della Campania. Sostanzialmente sembrerebbe da questi dati che i soli operatori in regola siano quelli presnti alla riunione. Il direttore dei Servizi cimiteriali di Napoli, Andrea Di Giacomo, ha spiegato: ‘Prima bastava che l’impresa in questione chiedesse al Comune una licenza per affari e commissioni, che serviva per poter svolgere l’attività. Si trattava di un’autorizzazione di tipo amministrativo. Invece, ora abbiamo voluto identificare – come Comune – l’impresa approvando a luglio 2012 una determina per far sì che tutte le aziende funebri si dotino dei requisiti richiesti: in primis rimessaggio delle auto per il trasporto, un direttore tecnico, quattro dipendenti’.
Regole che, se da gennaio 2013 non saranno rispettate, prevederanno il divieto di esercitare l’attività sul territorio di Napoli. ‘Faremo controlli a tappeto e chi risulterà non autorizzato dovrà chiudere i battenti’. A illustrare il panorama del settore funebre abusivo di Napoli e provincia sono stati Luigi Cuomo, coordinatore dell’Accordo intersindacale per le attività funebri e cimiteriali; Lorenzo Diana, presidente dell’Osservatorio per la legalità; Alfonso Cesarano, presidente Acitof-Feniof; Raffaele Mele e Antonio Chiarotti della Laiif-Confesercenti; Vincenzo Tammaro e Giuseppe Ricci della Federcofit. ‘Il fenomeno del racket del caro estinto – afferma Cuomo – ha subito un notevole aumento in questi giorni di festività, danneggiando le tante famiglie di napoletani che hanno avuto un lutto. In ogni comune c’è il monopolio di fatto di una ditta funebre, che nel 99% dei casi è abusiva e legata ai clan.’ E poi ‘Nonostante l’ottimo lavoro svolto dall’Arma dei carabinieri che ha svolto indagini su tutto il territorio di Napoli e provincia, chiediamo con urgenza al prefetto l’istituzione di un tavolo permanente di controllo e di confronto sulla questione per tutelare i diritti di migliaia di cittadini’.