Proteste dal basso: dopo l’avversità ai crematori ora anche quella alla nascita di funeral home

Veniamo a conoscenza di questa iniziativa di un gruppo di cittadini di San Giovanni Rotondo (precisamente del quartiere “Il Giardino”) che pongono con una lettera aperta una serie di interrogativi per la costruzione di una funerale home nel territorio di quel Comune.
Di seguito se ne riporta il testo integrale:

Lettera aperta dai residenti del quartiere “Il Giardino”

L’altro giorno, 31-5-18, è stata effettuata la posa in opera della prima pietra per una costruenda CASA DEL COMMIATO. Certamente, fornirsi di una FUNERAL HOME a San Giovanni Rotondo costituirebbe un bel distintivo in fatto di civiltà e di fiore all’occhiello da esibire a chi che sia. E chi non può non condividere questa bella idea, sostenuta benevolmente da parte dell’Amministrazione comunale e/o da qualche privato cittadino!!!??? Si suppone, ovviamente, che una struttura ad hoc renderebbe più agevole e confortevole non solo il trapasso ad altra vita del defunto, ma allevierebbe anche il dolore dei parenti! (sic).

Già, oggi come oggi, tanti sono quelli che preferiscono vegliare il proprio caro presso la camera mortuaria dell’ospedale, ma altrettanti sono quelli che preferiscono ancora mantenerlo tra le mura domestiche, in un nido di affetti più intimi e di memorie struggenti. Certamente, una eventuale struttura di accoglienza rappresenterebbe una buona soluzione per i dolenti senza doversi questi più preoccupare delle varie incombenze.

Questo stato di cosa la dice lunga, sul piano socio-economico ed etico. Come i costumi e le tradizioni tendono a mutare così rapidamente!!! Quelli, per cui il rispetto e la sacralità della vita erano valori fondanti, oggi purtroppo si vedono smarriti, confusi e profondamente schiacciati da un vortice travolgente di false illusioni, che accecano l’uomo, preso da una logica prepotentemente utilitaristica e di solo profitto.

Non c’è poi il rischio che la gestione pubblica in materia di attività e servizi funebri possa pian piano sfuggire di mano ed essere sostituita da quella privata con elevati costi da parte dei dolenti?

Oseremmo addirittura pensare che si andrebbe a compromettere l’utilizzo stesso, o, se si vuole, limitare le prerogative stesse della CHIESA, nel senso che una FUNELAR HOME potrebbe tranquillamente sostituire la funzione religiosa della Chiesa, per un latente scopo utilitaristico, senza poi considerare, peraltro, il disattendere le disposizioni di legge da parte del Comune.

La Chiesa si presta a questo gioco? Spero di no! Tanto meno il Comune!

Ebbene, tornando alla costruenda CASA DEL COMMIATO, vorremmo sottoporre all’attenzione del lettore alcuni semplici quesiti:

  • In uno stato di diritto, esiste o no ancora un cosiddetto rispetto cimiteriale ( Vedasi art. 338 RD 27 luglio 1934, n. 1265; art. 57 DPR 10 settembre 1990, n. 285, nonché le varie sentenze del Consiglio di Stato)?
  • Il Comune, secondo l’art. 4, c. 5 della L. R. 15/12/2008,n.34, ha provveduto all’allestimento di una camera mortuaria con annessa struttura per il commiato, di cui all’art.17? Se sì, allora?
  • L’area contigua al cimitero è un’area di un privato cittadino o è proprietà comunale?
  • Si è tenuto presente della sacralità del luogo?
  • Tutte le attività funebri, nonché le strutture ad esse attinenti non sono di esclusiva competenza comunale?
  • Ha ragion d’essere una CASA DEL COMMIATO (struttura privata) da edificare entro 200 m. dal rispetto cimiteriale?
  • È stato tenuto conto che una funeral home, costruita nelle immediate vicinanze di un quartiere residenziale, ne comprometterebbe l’estetica con ricadute negative tanto sul piano socio-economico, quanto su quello culturale senza poi considerare che la presenza della suddetta struttura potrebbe provocare una sollevazione degli abitanti, preoccupati per l’ingombrante vicinanza di una poco piacevole camera mortuaria?
  • Chi intende realizzare la sopra citata struttura lo fa per filantropia o per un business?

  • Gli amministratori hanno tenuto presente tutto questo o hanno ignorato la volontà di preservare la qualità della vita di questo quartiere un tempo denominato IL GIARDINO ( COMPARTO O), considerato, malauguratamente, la cenerentola del Paese o peggio ancora un’APPENDICE del CIMITERO?
  • Alla luce di tutto questo, è proprio il caso di favorire questa cosiddetta CASA DEL COMMIATO o con una espressione che va molto di moda, ai giorni nostri, FUNERAL HOME?

Se, poi, si vuol favorire una costruzione per una FUNERAL HOME, si dia l’opportunità a chi che sia, in zone più consone, senza compromettere la vita, il decoro e gli aspetti igienico-sanitari di un quartiere, già fortemente penalizzato per essere zona periferica e priva di infrastrutture socio-economiche e culturali.

I cittadini del quartiere “IL GIARDINO” comparto “O”

San Giovanni Rotondo, 5 giugno 2018

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