Meglio riflettere su quello che ci possiamo attendere nei prossimi mesi, analizzando i dati del trend di crescita attuale delle materie prime, per capirne il possibile effetto sul settore funerario in senso lato:
Secondo Pricepedia (articolo del 27/10/2021) la situazione attuale di tensione nei prezzi delle materie prime conferma l’andamento già rilevato alla fine di settembre: tutti gli indici di prezzo, ad eccezione dei Preziosi (-10.6%), sono in crescita rispetto ai livelli 2020.
A riportare l’incremento più significativo sono gli Energetici (+105.2%), il cui indice risulta più che raddoppiato rispetto ad ottobre 2020. Seguono gli indici di prezzo dei Chimici Organici (+55%) e delle Plastiche&Elastomeri (+29%), settori dove il prezzo del petrolio è il feedstock principale.
Importanti variazioni rialziste sono state registrate per gli indici dei Ferrosi (+73.1%), Non Ferrosi (+39%), Fibre Tessili (+31.1%) e Legno&Carta (+44.7%).
Infine, anche gli Alimentari (+22.1%), Chimici Inorganici (+22%) e Chimici per l’Industria (+24.7%) seguono l’ondata anomala del rincaro delle commodity.
Come si riverseranno nel settore funerario questi incrementi?
I prezzi delle bare di legno all’ingrosso sono aumentati e aumenteranno ancora.
Già diversi mesi or sono si erano presentate alterazioni sensibili di prezzi per l’acquisto all’ingrosso di bare finite, sia per l’aumento della domanda connessa all’incremento italiano di mortalità per Covid, sia perché si erano abbassate le importazioni dall’estero (per soddisfare la domanda interna). In ogni caso si doveva considerare una capacità produttiva limitata da periodiche assenze di maestranze, sempre per gli effetti del Covid.
Nel tempo la situazione è peggiorata, perché la carenza non era solo di beni finiti (le bare), bensì anche di legname, di importazione e di produzione nazionale.
Il motivo derivava dalle assenze al lavoro per i malati di Covid in determinate regioni del mondo, ma anche per la ripresa economica in atto in alcuni Paesi, con la crescita abnorme del mercato edilizio e della corrispondente richiesta di legname per costruzioni.
Il mercato italiano delle bare ne è stato interessato e i prezzi sono stati ritoccati, ma è ragionevole attendersi nel breve e medio termine altre tensioni nei prezzi per diversi fattori:
– l’aumento del costo delle vernici, che hanno una certa incidenza nella produzione di un cofano funebre;
– l’aumento energetico, che è veramente importante: la gran parte dei macchinari di una fabbrica di bare funziona con l’energia elettrica e con gli incrementi di questi ultimi mesi, la bolletta energetica pesa sempre di più.
Ciò che preoccupa, inoltre, è la difficoltà di prevedere per tempo la disponibilità di scorte adeguate di bare, non potendo stimare l’evoluzione pandemica del prossimo inverno.
Inoltre uno dei canali di import di bare di maggiore rilevanza (la Romania) è ora alle prese con una difficoltà interna per la grande crescita del numero di persone infettate e con un basso tasso di vaccinazione delle maestranze. Il che significa che ci si dovrà attendere un calo dell’import da quelle zone.
Ed è così che le maggiori imprese funebri stanno già attuando programmi di acquisto a breve e medio termine, cercando di garantirsi le forniture, anche se a prezzi che già scontano i previsti aumenti.
I prezzi delle controcasse funebri di zinco
Il discorso, per le bare di zinco è un po’ diverso, ma il risultato è sempre quello.
La crescita impetuosa determinata dalla ripresa dell’economia in vari Paesi, al termine della terza ondata pandemica, unita alle difficoltà logistiche e alle diseconomie che si sono create nelle catene mondiali di distribuzione di prodotti, ha fatto schizzare all’insù i prezzi dei metalli, a partire dall’acciaio, ma con lo zinco che ha raggiunto livelli record 2-3 mesi or sono (Vds. grafico sottostante di fonte https://www.dailydatalab.com) e ora è un po’ sceso, ma pur sempre è su livelli sostenuti.
Non dovrebbe aversi la strozzatura di offerta, rilevabile le bare lignee, ma sicuramente le bare di zinco (e così le cassette per la conservazione delle ossa) sono destinate ad aumenti di prezzo.
I prezzi dei contenitori per resti mortali in cellulosa
Un quadro di aumenti generalizzati si registra anche nel settore della carta (cartoni e cellulosa), che ha subito rincari del 60% per la fibra lunga Nbsk e del 70% per la fibra corta eucalipto, toccando rispettivamente i 1.350 dollari/tonnellata e 1.150 dollari/tonnellata (dati Assocarta), il tutto nell’arco di sei mesi (da fine 2020 a giugno 2021).
Rincari record anche per le quotazioni della carta e del cartone da riciclare, saliti rispettivamente del 138% e 143% in sei mesi, da ottobre 2020 a maggio 2021, a 155 e 170 euro/tonnellata.
A questo aumento della materia prima si aggiunge il costo di produzione, visto che il settore della carta è tra quelli più energivori. Infatti, il settore della produzione di carta e cartone richiede energia e – come riporta Assocarta – il prezzo del gas in Italia e in Europa è in continua ascesa dall’estate 2020 e non mostra segni di rallentamento, tanto che rispetto al minimo del 2020 il prezzo del gas è oggi nove volte superiore.
Il risultato è un aumento considerevole del prodotto finito.