Pompe funebri e necrofori ospedalieri: 14 denunce a Reggio Emilia per l’operazione Last Travel

Alcune imprese di onoranze funebri avrebbero costituito una sorta di cartello per «spartirsi» il mercato dei funerali a Reggio Emilia. Un cartello fra almeno una decina di imprese funebri, che avrebbe escluso eventuali concorrenti. Un’indagine dei carabinieri di San Polo d’Enza ha così portato all’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per 14 persone, fra le quali 11 diversi titolari di imprese di pompe funebri.
I provvedimenti restrittivi sono scattati questa mattina, dopo un’indagine – coordinata dal pm Maria Rita Pantani – avviata dai militari di San Polo d’Enza nell’agosto 2008. L’operazione è denominata «Last Travel». Ci sono 4 provvedimenti di natura cautelare e altri dieci indagati.

Le indagini sono partite nell’agosto 2008 grazie alla segnalazione del titolare di un’azienda di onoranze funebri, successivamente risultato coinvolto anch’egli nel giro illecito, secondo quanto riferito dai carabinieri. È stata scoperta un’associazione per delinquere molto complessa e ben organizzata che vedeva coinvolti, oltre ai proprietari delle imprese funebri, anche addetti della camera mortuaria dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio. Addetti che nella fattispecie rivestivano la qualifica di «incaricati di pubblico servizio».
Attraverso riscontri oggettivi e indagini tecniche i militari hanno scoperto che gli indagati, in diverse occasioni, hanno convinto i parenti dei defunti dell’ospedale di Reggio ad affidare il funerale a una delle imprese di onoranze funebri del “cartello”. Nessuna minaccia, a quanto pare, ma comunque una rodata opera di «persuasione». Gli impiegati delle camere mortuarie coinvolti nel “giro” avevano un compenso di circa 200 euro per defunto, pagato direttamente dalle imprese che si aggiudicavano il funerale. Il giro di funerali era di circa 1300 all’anno.

E’ stato già emesso un provvedimento di custodia cautelare (agli arresti domiciliari) e 3 misure coercitive (con l’obbligo di presentazione alla P.G.), riferite rispettivamente a titolari di imprese funebri residenti a Cadelbosco Sopra e Guastalla. Fra gli indagati ci sono tre necrofori (due residenti a Reggio Emilia e uno a San Polo d’Enza). E inoltre 11 i titolari di imprese funebri: oltre i quattro già detti, anche due residenti a Reggio Emilia, due in provincia di Parma, uno a Boretto, uno a Scandiano, uno a Poviglio ed altro a Cadelbosco Sopra.

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4 thoughts on “Pompe funebri e necrofori ospedalieri: 14 denunce a Reggio Emilia per l’operazione Last Travel

  1. Salve io sono il titolare e uno degli indagati da parte della procura sul cosidetto Caro Estinto, sono tutte fesserie smontate in Aula, io personalmente non ho mai dato dei soldi in cambio di nessun favore, l’obbligo di incassare le salme appartiene a tutte le imprese che hanno un defunto in obitori dell’arcispedale SMN, noi avvolte non potevamo essere subbito li per l’incasso della salma quindi chiedevamo agli addetti di farci questo piacere in cambio di 30 o 40 euro, niente di più, lultima udienza à sospeso tutti con pena sospesa, questo can can che hanno fatto cos’e servito? e servito solo ad avvantaggiare le soliti imprese Grosse della città che hanno il monopolio del settore, al mondo di oggi chi sta sopra dimentica di coloro che cercano di sopravvivere essendo buoni cittadini, c’ercano di mangiare con 5o denti vogliono tutto, a Reggio abbiamo le imprese funebri insiriti in appalti comunali, appalti reggionali, recuperi,abbiamo delle imprese funebri che hanno degli inciuci fuori da ogni condizione. Vedete le legge fa delle distinzioni non è leale……. guardano il puntino nero sul lenzuolo bianco più tosto di guardare quello che comminano in Città i colossi del funerario.

  2. Imola 22 Novembre 2009
    E’ un grosso problema che penalizza l’utente e le imprese oneste. Come chiede il CODACONS occorre fare indagini approfondite in tutti gli ospedali d’Italia. E’ buffo che chi come me segnala da anni alla Direzione Sanitaria di appartenenza questo “sistema”, venga ignorato, anzi venga penalizzato, considerato un rompiscatole. E’ una vergona. Spero che tutte quelle imprese che lavorano grazie alla loro professionalità si ribellino e tutti assieme si porti un po di qualificazione a questo settore. Romana

  3. questo andrebbe fatto su tutto il territorio nazionale è ora di finirlacon questo commercio visto e considerato che tra gli impresari e certi addetti continua la collusione ed è inutile fare del falso moralisto che nelle altre zone tutto questo non avviene,avviene e come ed anche alla grande provare per credere…………………………………………

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