I piccoli imprenditori di Assifur (Associazione Imprese Funebri Riunite) di Roma protestano contro l’affidamento (da trent’anni alla ditta Fabozzi di Roma) della gestione delle camere mortuarie dell’ospedale Casilino.
«Siamo di fronte a un chiaro esempio di attività imprenditoriale lesiva del principio di libera concorrenza», dicono. E hanno ragione.
Tanta ragione, visto che qualche giorno or sono l’ANAC ha diffuso l’aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione, inserendovi dentro, tra l’altro, anche l’attenzione alla gestione delle camere mortuarie delle strutture sanitarie neutre rispetto alle imprese funebri.
Per impresa funebre che protesta, c’è sempre un impresa funebre che gioisce, dice un altro operatore delle pompe funebri che vuol mantenere l’anonimato.
“Non abbiamo niente da nascondere – spiega Valter Fabozzi, il titolare – siamo in un ospedale privato dove il personale viene scelto dalla direzione amministrativa”. Sì, è così, “gestiamo la camera mortuaria da 30 anni”, ma “è tutto regolare e se anche ci fosse un conflitto di interesse e una concorrenza sleale” che non nega, “è l’unica soluzione per evitare il malcostume di vent’anni fa, quando le agenzie funebri o sedicenti tali stavano fuori dagli ospedali ad accaparrarsi i familiari dei defunti, o quando venivano fuori infermieri o personale ospedaliero connivente con le imprese”.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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