Secondo il PM a Padova, tra il 2014 e il 2015, varie imprese funebri avrebbero pagato mazzette ad operatori dell’Ospedale di Padova che lavoravano all’obitorio, per averne il beneficio di informazioni privilegiate e quindi organizzare il funerale coi parenti.
In sostanza gli addetti ricambiavano la mazzetta segnalando i morti alle imprese funebri.
È questa l’accusa che la Procura di Padova ha rivolto a 42 persone, rinviate a giudizio per corruzione, truffa e falso.
Nel corso dell’udienza preliminare, davanti al gup, gli avvocati di alcuni imputati hanno chiesto che il reato di corruzione venga derubricato in concussione per induzione.
A detta dei legali, i titolari delle ditte di pompe funebri sarebbero stati vittime di un sistema corruttivo ‘costruito’ dai dipendenti pubblici.
Il meccanismo era stato portato alla luce dalla squadra di polizia giudiziaria della Procura di Padova e i reati sarebbero stati commessi tra il 2014 e il 2015.
Se venisse invertito l’ordine degli addendi, cioé concussione per induzione e non corruzione, sarebbe un caso che permetterebbe di rivedere il luogo comune che vede l’impresario funebre a condurre il gioco.
da sempre, purtroppo, queste collusioni, o intrecci sono parte integrante del “lavoro” nel settore funebre.
Ritengo che in Italia, manchi una figura preposta negli enti all’assistenza dei famigliari nel momento del lutto.
Certo qualcuno direbbe che non cambia molto ma una persona è più facile da controllare rispetto a molti.
Inoltre manca la cultura del lutto, se alla base di questi fatti ci fosse infatti la “conoscenza del cosa fare” da parte dei cittadini questi episodi nel tempo sarebbero sempre più rari .
Per quanto riguarda i fatti indicati nell’articolo c’è ,a mio avviso sempre una collusione tra infermieri e imprese,certo qualcuno potrebbe trovarsi a giocare una partita che non vuole giocare ma se le autorità ,una volta accertata la colpa provvedessero con pene molte severe forse anche questo sarebbe un deterrente.