In epoca di globalizzazione spinta anche il mondo delle estreme onoranze, secondo i piu' prestigiosi analisti, sara' oggetto, di drastici e radicali mutamenti.
La perdita di potere dacquisto da parte dei dolenti, assieme ad una particolare tendenza del mercato italiano, che deprezza il valore degli articoli funebri in nome di una ritrovata ed austera semplicita', rappresenta uno, tra elementi piu' delicati, che le imprese dovranno affrontare, per governare gli indispensabili processi di riqualificazione professionale.
In una societa' di massa e produzione in serie dove anche la funzione sociale dellarte funeraria subisce uno svilimento notevole, la paura dinnanzi a queste difficili sfide potrebbe orientare le imprese verso una strategia minimalista e sconsiderata.
Questa scelta scellerata si articolerebbe su quattro punti:
1. Ridurre gli investimenti (in particolar modo formazione del personale e tecnologia)
2. Concentrare la propria offerta su pochi modelli.
3. Livellamento verso il basso delle proprie prestazioni pur di comprimere i prezzi.
4. Campagne dinformazione basate solo sulleconomicita' delle proprie tariffe.
I nostri concorrenti e partners continentali, invece, sono molto piu' avveduti, perche', anche in tempi di crisi, coprono completamente il mercato sia orizzontalmente (con ampia gamma di proposte), sia verticalmente (con notevole possibilita' di decisione per il cliente tra di linee daccessori economici o d alto valore).
La mossa risolutiva dell'impegno nelle estreme onoranze e', infatti, chiaramente individuabile nellesperienza dei maggiori gruppi doltreoceano, ma anche e soprattutto europei, per la profonda condivisione di valori, stili e filosofia aziendale che lega le imprese del vecchio continente.
In tutto il mondo, dove anche limprenditoria funeraria e' controllata dal grande capitale, in una logica di largo consumo, diverse imprese mortuarie che prima proponevano soluzioni prettamente popolari, proprio perche' destinate al pubblico piu' vasto, in un secondo momento si sono integrate con marchi dove, al contrario, si propongono prodotti di alto valore.
Esistono, pero', anche operatori capaci di decidere in maniera completamente opposta.
Certe funeral home, infatti, che un tempo, almeno, erano considerate, esclusivamente per unutenza delite, sono approdate a linee piu' accessibili per il consumatore medio, ma sempre di alto valore, grazie alla qualita' dei servizi.
La strategia allitaliana purtroppo, quando si avvicina una necessaria riforma di un comparto delleconomia nazionale, come, appunto potrebbe accadere per le estreme onoranze, propone la stessa trita ricetta.
Invece di dilatare lofferta riduce il ventaglio delle linee piu' economiche di beni e servizi, e ,quindi, le possibilita' di scelta; oppure, in una delirante corsa al ribasso selvaggio, svuota i marchi ad alto valore e non utilizza nessun effetto di ricaduta sullintero settore delle produzioni ad altissimo prestigio di cui la nostra industria funeraria e' certamente incontrastata maestra.
Quando, poi, grandi potentati economici stranieri decidessero unincursione nel nostro variopinto mondo del caro estinto saremmo costretti a subire una terrificante politica dello spezzatino, con una sfrenata campagna acquisti per garantirsi, magari a suon di dollari, i marchi piu' appetibili delle onoranze italiane, da giocare e spendere, con spregiudicatezza, sullintero territorio del Bel Paese.
Salve, sono un impresario funebre della provincia Carbonia Iglesias. i fatti successi a Cagliari sono analoghi a ciò che succede nella mia Città “Carbonia”. in questo comune operano ben 8 Agenzie funebri, ma stranamente il 70% dei funerali gli svolge sempre la stessa agenzia. Nonostante varie segnalazioni e denunce varie ancora oggi si verifica questo. Mi chiedo cosa aspettino ad intervenire le autorità competenti. Spero al più presto intervengano.