A.T., geometra sessantacinquenne romano disoccupato, voleva onorare la madre morta, ma non aveva i soldi per pagare il funerale e la sepoltura che aveva ordinato ad AMA Roma. Così ha pagato con un assegno trovato in un bar qualche mese prima. Era l’unico assegnoa da lui utilizzato del blocchetto di assegni trovato al bar, ma questo gli è costata la denuncia per ricettazione. Durante l’interrogatorio A.T. non ha negato quanto contestato dagli inquirenti, e così il giudice ha stabilito una condanna mite: dieci mesi di reclusione, ridimensionando l’accusa alla sola appropriazione indebita. ‘Ritengo che il tribunale abbia ben compreso la drammaticità della vicenda umana che ha coinvolto il mio assistito’ ha dichiarato Massimiliano Scialla, difensore di T.. Al giudice che gli domandava perché avesse deciso di pagare l’Ama con un assegno rubato, l’uomo aveva risposto di essere stato colpito dal lutto in un brutto momento, e di averlo fatto nella consapevolezza che prima o poi qualcuno avrebbe scoperto il raggiro e sarebbe risalito a lui. ‘Non ero in condizioni di poter pagare un funerale per mia madre, l’ho fatto solo per questo’.