Secondo l’ANSA le delibere comunali per stare in regola con la riforma Madia, taglia-partecipate, si sono concentrate proprio a ridosso della scadenza, che è caduta il 30 settembre 2017.
Dalle prime notizie sui piani di razionalizzazione presentati e approvati, la rasoiata sembra avere colpito soprattutto le realtà che nulla hanno a che fare con i servizi essenziali: via quindi le quote nelle scuole vela o nelle polisportive, nelle onoranze funebri, nei centri per la promozione del tessile e della seta o negli stabilimenti termali, per citare alcuni casi riportati nelle cronache cittadine.
I grandi Comuni si sono attrezzati per stare in linea con la legge, ha fatto così la Capitale, le cui partecipate passano da 31 a 11. Decisa anche la sfoltita a Venezia: da 30 a 12. Pronta anche Torino, che ne metterà sul mercato 14, e Milano, che ne vanterebbe oltre 80 tra collegamenti diretti e indiretti.
Firenze ha bruciato i tempi, provvedendo già nei mesi scorsi.