Le pompate

Gateano D., detto Gaetanino, è stata la prima persona a morire di influenza A nel nostro Paese. L’uomo, 51 anni, napoletano, è stato lasciato completamente solo durante le esequie in chiesa, per la psicosi generata dai mass media sulla presunta pericolosità dell’influenza A-X1N1.

In chiesa c’erano solo 3 familiari, trai quali la madre e la sorella. Gli operatori funebri dell’impresa funebre portavano le mascherine, quasi fossimo in piena epidemia di peste. RIDICOLO!. Siamo di fronte solo ad una banale influenza stagionale …

Se ci fosse veramente un qualche pericolo, cosa indosserebbero quei necrofori? .. uno scafandro? Meditate gente e chiedetevi come mai sia stato pompato in questo modo un virus influenzale, in piena recessione economica!

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0 thoughts on “Le pompate

  1. Sul reale pericolo di contagio o pandemia dovuti alla manipolazione di salme infette si veda l’ottimo articolo dal titolo: “Rischi infettivi e tossici nel trattamento delle salme ed eventuali misure di protezione” a cura del Prof Ermete Bortolotti pubblicato su Antigone n.4/1993 e reperibile nella sezione “Libri, articoli e documenti” del sito web http://www.euroact.net.
    In questo testo si analizzano scientificamente alcuni anacronismi del DPR 10 settembre 1990 n. 285., dovuti, forse all’esasperata impronta fortemente igienista, tipica del positivismo ottocentesco di cui, alle volte pare soffrire il Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria.

  2. Già il DPR 285/1990 con il combinato disposto tra gli Artt. 18, 35 e 32 (doppi cassa, puntura conservativa, lenzuolino imbevuto di sostanza disinfettante) non è “tenero” verso gli infetti, perchè prevede norme molto severe e restrittive con cui trttare i cadaveri portatori di morbo infettivo diffusivo. Addirittura l’Autorità Sanitaria Locale potrebbe, oltre a ridurre il periodo d’osservazione,ordinariamente fissato in 24 ore, anche inibire l’esposizione del defunto a cassa aperta.

    La stessa vestizione, in caso di infetti, secondo il dettato della Circ.MIn. n.24/1993 potrebbe riuscire particolarmente problematica, se consideriamo la proibizione di rimuovere gli indumenti dal corpo del defunto.
    Tutte queste precauzioni di legge oggi suscitano particolare scalpore perchè sia nella prassi, sia in diverse legislazioni regionali si disapplicano parzialmente le regole fissate dal Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria, mentre dovrebbe essere normale seguirle, anche esse, alla luce delle moderne conoscenze mediche risultano, in effetti, abbastanza spropositate ed alle volte disumane. L’ASL, ad esempio, potrebbe escudere l’inumazione (da effettuarsi, comunque, sempre con cassa di legno e zinco, senza la possibilità di usare un dispositivo plastico sostitutivo del nastro metallico ex Art. 31 DPR 285/1990, o il cofano in cellulosa di cui al D.M. 12 aprile 2007) imponendo d’imperio la tumulazione o come extrema ratio la cremazione (si veda, in caso di calamità anche la Legge 24 febbraio 1992 n. 225 sulla Protezione Civile)

    Si sa, viviamo in una società di massa, facile preda dell’allarmismo da parte dei mass media, a metà degli anni ’80 scoppiò il panico per una possibile epidemia di AIDS, ed a fatica si reperiva chi fosse disposto senza lo scafandro ad ezseguire la tolettatura mortuaria su una salma contagiata dall’HIV, oggi i cadaveri di persone sieropositive, al pari di tutti i morti, sono trttati senza particolari misure aggravate, non fosse altro per il profondo senso di pietà che sempre dovrebbe accompagnare gli operatori del post mortem. Ad ogni modo l’elenco delle malattie infettivo diffusive verso le quali scatta l’obbligo della procedura di emergenza sanitaria a causa del pericolo infettivo-diffusivo, con tanto di attivazione d’ufficio del medico necroscopo, attraverso l’istituto della notifica è contenuto nel Decreto Ministeriale 15 Dicembre 1990.

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