Nel mondo anglosassone, nonostante la tradizione fortemente conservatrice, le sempre maggiori richieste di ritualità di una società postmoderna e le legittime aspettative, non è necessaria una cerimonia funebre di tipo ed ispirazione religiosa, se non la si vuole.
Tra i dolenti c’è una tendenza diffusa ed in crescita a ricoprire un ruolo attivo nell’organizzazione e nella gestione dell’evento funerale, lasciando in secondo piano le figure istituzionali come il ministro di culto.
Se non si fa parte di una specifica comunità religiosa, è meglio privilegiare una sincera scelta personale e laica, si tratta di una decisione più sana ed onesta rispetto allo scegliere per inerzia e senza convinzione la cosiddetta soluzione più semplice del rito celebrato in chiesa.
Il punto importante da considerare è informare con puntualità sui propri desideri l’impresario funebre e le persone con cui si sta pianificando il servizio esequiale.
Essi saranno certamente in grado di fornire assistenza qualificata e mantenere i giusti contatti per risolvere eventuali problemi.
Se la famiglia vuole organizzare la veglia, con l’esposizione della salma, si tenga in considerazione come molte autorità locali permettano l’affitto della cappella nella casa funeraria o nell’ara crematoria, dove officiare il rito delle esequie anche quando il funerale dovesse poi concludersi in un altro luogo e con una diversa destinazione del feretro: si pensi al caso di un corteo funebre, che si chiude nell’oratorio del cimitero o sulla fossa, per l’ultimo saluto prima della sepoltura in campo di terra.
Non c’è nessun vincolo giuridico che imponga la presenza di un ministro di culto, di necrofori o di altro personale specializzato delle onoranze funebri durante lo sviluppo della cerimonia di commiato.
Nell’ordinamento anglosassone di polizia mortuaria se qualcuno, da privato cittadino, vuole attendere direttamente alla funzione funebre può farlo in piena libertà ed autonomia.
Presiedere ad un servizio funebre, da parte di un membro della famiglia, di un amico intimo o di un collega, può essere un compito molto difficile da portare a termine, ma, al contempo, è di certo un’esperienza, anche se faticosa e sofferta, tra le più gratificanti e complete sotto il profilo psicologico.
Chi abbia vissuto intensamente accanto alla persona scomparsa può parlare meglio della vita del defunto, toccando maggiori aspetti e dettagli rispetto a quanto possano effettivamente permettere servizi più formali e standardizzati, come ad esempio un classico funerale magari celebrato da un sacerdote che non si conosce.
Alcune comunità religiose, molto forti e coese, si pensi a musulmani o ebrei, sono dotate di una propria compagnia mortuaria in cui volontari offrono gratuitamente alla famiglia in lutto i propri servigi e si prendono in carico tutte le incombenze religiose, tecniche ed amministrative legate ad un decesso.
In un funerale civile si possono proporre letture personalizzate, declamare poesie oppure ascoltare brani musicali, ci sono tantissime opzioni da considerare con un unico limite: il buon gusto.
Secondo gli psicologi esperti nell’elaborazione del lutto va bene qualsiasi gesto o azione capace di rendere personalizzata una cerimonia grazie alla propria ricchezza di significati reali e simbolici.
Chi voglia proporsi come maestro di cerimonia ricordi che se già il parlare in pubblico è abbastanza difficile per la stragrande maggioranza delle persone farlo durante un funerale complica ulteriormente le cose. Prima di accettare consapevolmente questa responsabilità sarebbe meglio provare ripetutamente, come accade per un artista prima di esibirsi sul palcoscenico.
Le imprese funebri dispongono sempre di propri cerimonieri altamente professionali che sanno affiancarsi con discrezione ai dolenti, soprattutto nelle fasi in cui il dolore sembra paralizzare ogni energia in chi piange la scomparsa di un proprio caro.
In determinate circostanze può mostrarsi ragionevole e valido chiedere all’impresario di seguire in prima persona tutta la cerimonia; molti operatori di estreme onoranze, infatti, hanno maturato una notevole esperienza nell’attendere a servizi funebre di orientamento laico e possono rivelarsi di grande aiuto.
Gli impresari più esigenti, prima di un funerale, programmano delle piccole sessioni di test dove si affinano i testi da proporre, concordati con la famiglia e si legge più volte l’orazione funebre, così da migliorare tono della voce, dizione e fluidità delle frasi.
Alcuni potrebbero pensare ad un soverchio zelo o peggio ancora alla scimmiottatura di una performance teatrale, ma nella cultura anglosassone il funerale è un teatro delle emozioni dove, anche per gli elevati costi, il cittadino deve richiedere la perfezione.
Se davvero si vuole allestire privatamente un funerale, la famiglia dovrà individuare al proprio interno un responsabile, con il compito di cerimoniere, costui dovrà mostrarsi capace di parlare davanti alla gente, per condurre in modo corretto una liturgia fondata soprattutto sul valore commemorativo della parola.
Se vi occupate direttamente o con l’aiuto dell’impresa di un funerale dovete dimostrare subito il giusto senso del tempo.
Si deve sempre controllare il momento di inizio e fine in ogni passaggio dell’intero evento.
Se la liturgia delle esequie si tiene nella cappellina dell’impianto crematorio o nella camera ardente della funeral home, bisogna subito calcolare anche i secondi: in effetti si hanno generalmente circa venti minuti, incluso l’arrivo e la partenza dall’edificio della mesta processione.
Il cerimoniere avveduto, allora, fa una prova generale prima che il feretro entri nella sala del commiato, soprattutto quando ci siano più oratori ad alternarsi sul pulpito sarà fondamentale coordinate la durata dei diversi interventi.
Lasciar spazio a canzoni suggestive e musiche di sottofondo dall’alto potere evocativo e consolatorio, è spesso più efficace di tanti inconcludenti discorsi banalmente retorici e lamentosi.
Spesso gli impresari più preparati consigliano di concentrare i momenti musicali, più forti sotto l’aspetto emotivo, all’entrata e all’uscita del feretro dalla cappella.
Molte case funerarie lavorano seguendo un ritmo frenetico, così, per evitare spiacevoli disguidi, bisogna assolutamente saper disporre bene del proprio tempo, arrivando con puntualità nella sala del commiato, così da lasciar posto anche ad altri funerali.
Anche in America i tempi di un funerale sono un complicato giuoco ad incastri, certo, a differenza del caso italiano, c’è maggior flessibilità negli orari per i trasporti funebri, ma bisogna pur sempre scontrarsi con la piaga logistica che affligge anche le grandi città d’oltreoceano: il traffico caotico.
Quando per un corteo funebre la famiglia abbia noleggiato mezzi con autisti necrofori, forniti dall’impresa funebre, il tempo a disposizione potrebbe esser ancora più scarso, perché, magari, autofunebre e veicoli d’accompagnamento nella stessa giornata potrebbero esser impiegati per molti altri servizi, in località anche piuttosto lontane.
I dolenti assieme all’impresa, per riservarsi maggior tempo, potrebbero anche studiare la possibilità di una seconda cerimonia separata e più intima prima o persino dopo il più formale e tradizionale rito delle esequie aperto al pubblico.