A La Spezia sono a rischio i circa ottocento funerali a prezzo calmierato, un servizio che viene incontro soprattutto alle esigenze delle famiglie meno abbienti.
Attualmente ad occuparsene è la Pubblica Assistenza spezzina, un ente pubblico con duecento tra dipendenti e volontari, che provvedono ad una serie di attività di sostegno sociale alla popolazione meno fortunata, tra cui anche le onoranze funebri.
Tuttavia, tra le disposizioni della legge regionale della Liguria che disciplina le attività funerarie è presente una norma che riserva solo alle società private il diritto di svolgere servizi funebri.
Pertanto, la Pubblica Assistenza dovrebbe scindersi in due società diverse: una ditta privata di onoranze da una parte, e dall’altra il vecchio ente di pronto soccorso e assistenza ai bisognosi.
Ma le attività funerarie nel bilancio dell’attuale Pubblica Assistenza pesano per il 70 per cento e la separazione societaria comporterebbe un raddoppio delle spese di gestione e ridurrebbe il gettito per le attività sociali, poiché la ditta privata di onoranze funebri potrebbe versare nelle casse dell’ente assistenziale solo gli utili e non la totalità dei ricavi, pena il fallimento.
Il presidente della Pubblica Assistenza, Tiziano Battaglini, auspica che la norma venga modificata e non sia retroattiva. Nel frattempo è stata lanciata anche una petizione on-line per salvare La Pubblica Assistenza della Spezia